Nega conflitti d’interesse ma si asterrà dal prendere la più contestata delle decisioni: ridare i vitalizi agli ex parlamentari. Un privilegio che toccherebbe in futuro anche a Giacomo Caliendo, il senatore di Forza Italia che non parteciperà al processo in corso davanti alla commissione Contenziosa del Senato, di cui è presidente, al centro delle polemiche negli ultimi giorni. “Pur non avendo nessun problema di conflitto di interessi, ho raggiunto la decisione di astenermi da quel processo. Lo faccio per difendere il Senato e i principi dell’autodichia che sarebbero messi in forse da iniziative che crescono per impedire che sia assunta una decisione corretta con le regole del diritto e non con la forza della maggioranza”, ha detto l’esponente di Forza Italia nell’aula di Palazzo Madama. Secondo Caliendo “la politica valuta l’opportunità, che non può essere valutata dal giudice. Il giudice deve svolgere la sua funzione, ma ho visto che vi è un coacervo di iniziative per distruggere l’immagine del Senato e l’autodichia”. A sentire il senatore “si è ricorso, prima, a un falso, dicendo che la decisione era già assunta: non è così, era addirittura precedente alle dimissioni della collega Evangelista. Era una proposta, come ce n’erano altre, ben diverse, quella sì formulata da me, ma accantonata. È quindi completamente diverso. Leggo ora addirittura di un conflitto di interessi”.
La commissione ha già deciso – Il riferimento di Caliendo è per la notizia diffusa dal Fatto Quotidiano nei giorni scorsi, che ha infiammato il clima a Palazzo Madama. La camera di consiglio dell’organo interno al Senato, infatti. dovrà pronunciarsi sul taglio dell’assegno il 20 febbraio prossimo. Come ha raccontato Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi, però, la commissione ha già deciso: gli ex senatori riavranno i loro assegni fino all’ultimo centesimo. La sentenza è stata già scritta: il Senato intende ripristinare i vitalizi senza la sforbiciata imposta dal ricalcolo su base contributiva in vigore dal 1 gennaio 2019. Vuol dire che l’assegno sarà ripristinato per oltre 700 ex senatori, cancellando il risparmio da 22 milioni di euro all’anno.
I 5 stelle: “Passo indietro tardivo, azzerare commissione” – Il passo indietro di Caliendo, però, non basta al Movimento 5 stelle. “Il gesto del senatore Caliendo, che ha annunciato di astenersi dalla camera di consiglio che dovrà valutare i ricorsi sui vitalizi, arriva in modo del tutto tardivo“. Si legge in una nota del gruppo 5 telle al Senato. “L’intreccio di interessi dentro la commissione è inaccettabile, Caliendo avrebbe dovuto rinunciare fin dall’inizio, senza guidare quell’organo in tutta la fase istruttoria. Era evidente che non fosse la persona adatta: ha maturato il diritto al vitalizio e la sua storia politica e istituzionale lo pone molto vicino ad altri beneficiari. Meglio tardi che mai, ma non basta: quella commissione deve essere azzerata per ridare al giudizio le necessarie serenità e indipendenza”. In pratica i 5 stelle rilanciano gli attacchi formulati dopo la diffusione della delibera interna alal commissione Contenziosa. “Spiace dirlo, ma la presidente del Senato Casellati sembra non voglia cogliere la gravità della situazione che si è creata nella commissione Contenziosa che dovrà decidere in materia di vitalizi. Il conflitto di interessi che la sta travolgendo è inaccettabile, anche perché investe la credibilità dell’intera istituzione Senato. I suoi componenti in conflitto di interesse dovrebbero per dignità dimettersi e se non lo faranno, è dovere della presidenza prendere in mano la situazione”, aveva detto il senatore Primo Di Nicola. Il senatore abruzzese ha anche chiesto che all’interno della Contenziosa vengano nominato esclusivamente parlamentari eletti dal 2013 in poi e, soprattutto, ha auspicato lo scioglimento dell’organo parlamentare. In caso contrario, infine, ha fatto un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di intervenire per “evitare che aumenti il discredito che da decenni investe la politica italiana“.
Le accuse di conflitto d’interesse – Le accuse di conflitto d’interesse sono state circostanziate nei giorni scorsi da un post sul Blog delle Stelle: “Il presidente della commissione è Giacomo Caliendo, senatore di lungo corso di Forza Italia, vicino alla presidente e al suo capo di Gabinetto, l’ex senatore Nitto Palma. Sia Palma che Caliendo sono percettori di vitalizio. Un altro giudice, componente tecnico non senatore, è Cesare Martellino. Diversi quotidiani hanno ricostruito i suoi trascorsi professionali con Nitto Palma alla Procura di Roma, all’Ufficio indagini della Federcalcio e al Comitato organizzatore dei mondiali del ’90. Capite bene che questo intreccio desta fisiologici sospetti“. Ancora oggi lo stesso Luigi Di Maio è intervenuto per attaccare lo stesso Caliendo: “In questi giorni si stanno riprendendo i vitalizi che avevano tagliato. C’è una commissione che sta ricevendo 700 ricorsi di senatori che, poverini, rivogliono il vitalizio. E chi c’è a capo della commissione? Il senatore Caliendo, che, se quella commissione accoglie i ricorsi, avrà il vitalizio quando smetterà di fare il senatore”.
Gli ex parlamentari contro i 5 stelle – E mentre Caliendo ha deciso di astenersi, gli ex parlamentari mettono nel mirino la decisione dei 5 stelle di manifestare il 15 febbraio in piazza. “È senza precedenti e preoccupante che si vogliano mettere in piedi manifestazioni contro una sentenza che ancora non esiste per condizionare e delegittimare i ‘giudici internì” del Senato sui vitalizi”, dice il presidente dell’Associazione ex Parlamentari, Antonello Falomi. “Nonostante gli insulti di cui quotidianamente siamo vittime – si legge in una nota di Falomi – l’Associazione degli ex-parlamentari ha scelto di non commentare in alcun modo indiscrezioni giornalistiche relative all’esito dei loro ricorsi. Per questo, nonostante gli inviti ricevuti, non intendiamo partecipare a talk show né intendiamo rilasciare dichiarazioni”. A Falomi replica il M5s: “Sono veramente senza vergogna, si strappano le vesti perché gli è stato tolto un privilegio insopportabile pagato con i soldi di tutti noi. L’unica cosa veramente preoccupante, caro Falomi, è che si attacchi in questo modo la libera espressione di tanti cittadini che vogliono dirvi cosa pensano dei vitalizi. E senza precedenti è il fatto che la sentenza, con buona pace di Falomi, è stata di fatto già scritta, tanto da finire anche sulle pagine dei giornali. E i condizionamenti interni alla commissione sono ben altri, tutti a favore dell’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini”.