Aveva promesso che, se non avesse vinto le elezioni Regionali, sarebbe comunque rimasta a guidare la Lega in consiglio regionale in Emilia-Romagna. Una promessa che ha fatto in diretta su Rai3 a “Carta Bianca” solo poche settimane fa, durante un confronto con il suo avversario Stefano Bonaccini. Ma ora, perse le elezioni, la senatrice leghista e consigliera comunale a Bologna Lucia Borgonzoni sembra aver cambiato idea. Secondo le ultime ricostruzioni l’ex candidata presidente è in procinto di volare di nuovo a Roma per tornare a sedere a Palazzo Madama: lì la attende uno stipendio di circa 13mila euro al mese contro i 4mila dell’Assemblea legislativa, così come stabilito dal taglio introdotto proprio dalla precedente giunta di centrosinistra.
La legge prevede, infatti, l’incompatibilità tra la carica in Consiglio regionale e lo scranno di senatrice. “In caso di sconfitta lascerò il Parlamento e siederò in Regione, non potendo mantenere il doppio incarico di senatrice e consigliere regionale”, era stata la frase esatta pronunciata da Borgonzoni il 14 gennaio nella trasmissione di Bianca Berlinguer. Una promessa che ha ripetuto più volte in campagna elettorale, ma della quale ora non vuole più parlare. E nonostante dal giorno dopo le Regionali del 26 gennaio le venga domandato quotidianamente sia dall’opposizione che dai suoi elettori sul suo profilo Facebook se sceglierà Roma o l’Emilia-Romagna, Borgonzoni non ha ancora svelato il mistero.
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Per lei, però, sembra aver già risposto il leader del Carroccio Matteo Salvini che, all’indomani del voto, ha dichiarato: “Lucia mi ha chiesto di stare qui. Deciderò se è più utile qua o a Roma, in tanti fanno il percorso verso lo scranno a Roma. Lucia lo vuole fare al contrario, ma su questo decideremo e vedremo se c’è spazio per accontentarla”, fornendo così una giustificazione preventiva alla senatrice in caso di abbandono del posto in consiglio regionale. Era stato anche promesso che una risposta sarebbe stata data alla festa di ringraziamento dei militanti leghisti del venerdì successivo a Vignola (Modena). Ma niente da fare. In quell’occasione Salvini si è limitato a ripetere “Lucia chiede di restare, ma serve a Roma” aggiungendo che l’idea era di affidarle il ruolo di responsabile Cultura nello staff della Lega. E lei ha dichiarato un semplice “vedremo”. Di fatto già un mezzo passo indietro rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Insomma, i giochi sembrano già fatti e Borgonzoni, per ora, si è limitata a dire che, con ogni probabilità, sarà in Assemblea legislativa alla prima seduta in Aula che ancora non è stata calendarizzata, ma è prevista per la fine del mese.
L’opposizione, intanto, attacca la senatrice. Anche perché c’è un altro fatto che non va giù al Pd. Oltre ad essere stata eletta in Regione mentre è senatrice, Borgonzoni è anche consigliera comunale a Bologna, dove, come le ha mandato a dire anche il sindaco Pd Virginio Merola, non la si vede da parecchio tempo. Ad attaccarla è la dem Simona Lembi: “Non partecipa alle sedute da quasi due anni, si dimetta” incalza. “E’ evidente – commenta il suo collega di partito Serse Soverini – che c’è uno scarto tra la responsabilità verso il territorio e il suo interesse personale. Io al posto suo, manterrei l’impegno e farei il mio dovere in Emilia-Romagna, questa è la differenza tra lei e Bonaccini”. Ma malumori si registrano anche nel centrodestra, da dove arriva qualche voce critica, come quella dell’ex collega di partito Manes Bernardini, ora civico, schierato nelle ultime elezioni regionali con Forza Italia. “Scegliere di abbandonare per rimanere nella sedia più comoda del Senato – dice chiaro e tondo in una lettera aperta a Borgonzoni – sarebbe l’ennesimo errore, un regalo ai tuoi detrattori e avremmo buttato via tempo ed energie per una vera alternativa”. In casa della Lega, invece, regna l’imbarazzo e le bocche rimangono cucite su un’eventuale rinuncia della senatrice all’Emilia-Romagna, anche se le indiscrezioni parlano di una certa insofferenza verso questa possibilità. Ma critiche a Borgonzoni arrivano anche da elettori delusi che esprimono il loro disappunto sotto le foto quotidiane postate dalla leghista sul suo profilo Facebook, con le quali annuncia il buongiorno o la buonanotte ai suoi followers.
“Fare una battaglia per vincere la Regione e poi decidere di rimanere in Senato. Credo abbia dimostrato il mancato rispetto per quel milione di emiliano-romagnoli che l’hanno votata. Questa è la solita politica, non cambiamento. Firmato un elettore leghista”, è uno dei commenti postati. “Come mai non ha mantenuto la promessa? – chiede un altro utente di Facebook, oggi -. Se non mantiene una promessa così poco impegnativa, come facciamo a credere che avrebbe mantenuto le altre?” Un’altra follower le scrive: “Non ho capito se rimani in Regione o no….avevi detto di sì ma ieri ho sentito delle voci che dicevano il contrario”. E ancora: “Buongiorno Lucia, mi è dispiaciuto leggere che non resterai in Regione a guidare l’opposizione, ma che tornerai a Roma in Senato…sono molto delusa”. Intanto si continua ad attendere una risposta ufficiale da parte della senatrice leghista che non potrà tardare ad arrivare ancora per molto.
Politica
Emilia-Romagna, la leghista Borgonzoni verso il ritorno in Senato. Ma in campagna elettorale disse: “Resto in Regione anche se perdo”
La candidata alla presidenza per il centrodestra in campagna elettorale aveva promesso che non sarebbe ritornata a Palazzo Madama. Dopo aver perso contro Stefano Bonaccini però, ha cambiato versione: "Vedremo", ha dichiarato. Mentre il leader Salvini ha detto: "Mi serve a Roma". Protestano le opposizioni che ora chiedono anche le sue dimissioni da consigliera comunale a Bologna. E sul profilo Facebook sono tanti i militanti che le chiedono spiegazioni
Aveva promesso che, se non avesse vinto le elezioni Regionali, sarebbe comunque rimasta a guidare la Lega in consiglio regionale in Emilia-Romagna. Una promessa che ha fatto in diretta su Rai3 a “Carta Bianca” solo poche settimane fa, durante un confronto con il suo avversario Stefano Bonaccini. Ma ora, perse le elezioni, la senatrice leghista e consigliera comunale a Bologna Lucia Borgonzoni sembra aver cambiato idea. Secondo le ultime ricostruzioni l’ex candidata presidente è in procinto di volare di nuovo a Roma per tornare a sedere a Palazzo Madama: lì la attende uno stipendio di circa 13mila euro al mese contro i 4mila dell’Assemblea legislativa, così come stabilito dal taglio introdotto proprio dalla precedente giunta di centrosinistra.
La legge prevede, infatti, l’incompatibilità tra la carica in Consiglio regionale e lo scranno di senatrice. “In caso di sconfitta lascerò il Parlamento e siederò in Regione, non potendo mantenere il doppio incarico di senatrice e consigliere regionale”, era stata la frase esatta pronunciata da Borgonzoni il 14 gennaio nella trasmissione di Bianca Berlinguer. Una promessa che ha ripetuto più volte in campagna elettorale, ma della quale ora non vuole più parlare. E nonostante dal giorno dopo le Regionali del 26 gennaio le venga domandato quotidianamente sia dall’opposizione che dai suoi elettori sul suo profilo Facebook se sceglierà Roma o l’Emilia-Romagna, Borgonzoni non ha ancora svelato il mistero.
Per lei, però, sembra aver già risposto il leader del Carroccio Matteo Salvini che, all’indomani del voto, ha dichiarato: “Lucia mi ha chiesto di stare qui. Deciderò se è più utile qua o a Roma, in tanti fanno il percorso verso lo scranno a Roma. Lucia lo vuole fare al contrario, ma su questo decideremo e vedremo se c’è spazio per accontentarla”, fornendo così una giustificazione preventiva alla senatrice in caso di abbandono del posto in consiglio regionale. Era stato anche promesso che una risposta sarebbe stata data alla festa di ringraziamento dei militanti leghisti del venerdì successivo a Vignola (Modena). Ma niente da fare. In quell’occasione Salvini si è limitato a ripetere “Lucia chiede di restare, ma serve a Roma” aggiungendo che l’idea era di affidarle il ruolo di responsabile Cultura nello staff della Lega. E lei ha dichiarato un semplice “vedremo”. Di fatto già un mezzo passo indietro rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Insomma, i giochi sembrano già fatti e Borgonzoni, per ora, si è limitata a dire che, con ogni probabilità, sarà in Assemblea legislativa alla prima seduta in Aula che ancora non è stata calendarizzata, ma è prevista per la fine del mese.
L’opposizione, intanto, attacca la senatrice. Anche perché c’è un altro fatto che non va giù al Pd. Oltre ad essere stata eletta in Regione mentre è senatrice, Borgonzoni è anche consigliera comunale a Bologna, dove, come le ha mandato a dire anche il sindaco Pd Virginio Merola, non la si vede da parecchio tempo. Ad attaccarla è la dem Simona Lembi: “Non partecipa alle sedute da quasi due anni, si dimetta” incalza. “E’ evidente – commenta il suo collega di partito Serse Soverini – che c’è uno scarto tra la responsabilità verso il territorio e il suo interesse personale. Io al posto suo, manterrei l’impegno e farei il mio dovere in Emilia-Romagna, questa è la differenza tra lei e Bonaccini”. Ma malumori si registrano anche nel centrodestra, da dove arriva qualche voce critica, come quella dell’ex collega di partito Manes Bernardini, ora civico, schierato nelle ultime elezioni regionali con Forza Italia. “Scegliere di abbandonare per rimanere nella sedia più comoda del Senato – dice chiaro e tondo in una lettera aperta a Borgonzoni – sarebbe l’ennesimo errore, un regalo ai tuoi detrattori e avremmo buttato via tempo ed energie per una vera alternativa”. In casa della Lega, invece, regna l’imbarazzo e le bocche rimangono cucite su un’eventuale rinuncia della senatrice all’Emilia-Romagna, anche se le indiscrezioni parlano di una certa insofferenza verso questa possibilità. Ma critiche a Borgonzoni arrivano anche da elettori delusi che esprimono il loro disappunto sotto le foto quotidiane postate dalla leghista sul suo profilo Facebook, con le quali annuncia il buongiorno o la buonanotte ai suoi followers.
“Fare una battaglia per vincere la Regione e poi decidere di rimanere in Senato. Credo abbia dimostrato il mancato rispetto per quel milione di emiliano-romagnoli che l’hanno votata. Questa è la solita politica, non cambiamento. Firmato un elettore leghista”, è uno dei commenti postati. “Come mai non ha mantenuto la promessa? – chiede un altro utente di Facebook, oggi -. Se non mantiene una promessa così poco impegnativa, come facciamo a credere che avrebbe mantenuto le altre?” Un’altra follower le scrive: “Non ho capito se rimani in Regione o no….avevi detto di sì ma ieri ho sentito delle voci che dicevano il contrario”. E ancora: “Buongiorno Lucia, mi è dispiaciuto leggere che non resterai in Regione a guidare l’opposizione, ma che tornerai a Roma in Senato…sono molto delusa”. Intanto si continua ad attendere una risposta ufficiale da parte della senatrice leghista che non potrà tardare ad arrivare ancora per molto.
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.