Che Benigni ci dobbiamo aspettare? Non lo sappiamo. Divina commedia o monologo “alla vecchia”, quello de “La mona, la topa, la sorca, la patonza, la gnocca, la gattina, la passerottina, la fisarmonica, la vagina”? Politica e sberleffo o alta cultura? Nasci incendiario e muori pompiere? Domande che alcuni si fanno, quando c’è di mezzo Roberto Benigni, superospite di Sanremo 2020. Solo Fiorello e Amadeus lo sanno. Molto si è parlato dei suoi 300 mila euro di cachet, mai confermati. Quel che è certo è che nel Sanremo dei “grandi ritorni”, riportare il premio Oscar come miglior attore e miglior film straniero con la Vita è Bella (1999) sul palco è stato l’ennesimo ‘colpaccio’ messo a segno dalla diabolica e fantastica coppia Fiore-Ama. “Quando mi dicono Sanremo per me è come dire Pinocchio, è una favola, è il 70esimo anniversario, è la festa degli italiani più bella, è veramente una favola! Sarà un Sanremo straordinario“, ha detto durante un’intervista a Che Tempo Che Fa. E Roberto al Festivàl c’è stato diverse volte. Nel 1980 lo ha addirittura condotto insieme a Claudio Cecchetto e Olimpia Carlisi. Momenti di quella edizione rimasti nella storia della tv, anche per le polemiche suscitate, il lungo bacio del comico toscano alla Carlisi e quel “Wojtylaccione”, riferito al Papa. Incendiario o pompiere? Mancano poche ore per scoprirlo.