Come spiegano diverse fonti, poche ore prima una squadra di operai è intervenuta per lavorare su un deviatoio: stando alla dinamica è plausibile che lo scambio sia rimasto aperto e la motrice del Frecciarossa - il primo treno a passare dopo la manutenzione - sarebbe così uscita dai binari. Nel 2012, un precedente simile vicino a Bologna con 26 feriti
Uno scambio in “falsa posizione” dopo i lavori di manutenzione. La prima ipotesi a farsi largo tra gli uomini della Polfer che indagano sul disastro ferroviario – avvenuto all’alba lungo la linea Alta Velocità a Livraga, vicino a Lodi – riguarda un intervento non eseguito correttamente su un deviatoio oleodinamico. Sostanzialmente il lavoro potrebbe non essere stato completato o non eseguito correttamente. Sarebbe stato questo a causare il deragliamento della motrice e di un vagone del treno Frecciarossa 9595 partito da Milano e diretto a Salerno. Di certo, qualcuno aveva messo mano proprio allo scambio che i macchinisti Mario Di Cuonzo e Giuseppe Cicciù hanno incrociato poco dopo le 5.30. E che gli uomini della Polfer hanno trovato “aperto”, insomma in posizione che viene ritenuta “errata”.
Come spiegano diverse fonti a Ilfattoquotidiano.it, tra la tarda serata di ieri e la notte una squadra di operai è intervenuta nel punto del deragliamento per “morsettare” il deviatoio. Stando alla dinamica è plausibile che i morsetti inseriti non siano poi stati rimossi e la motrice del Frecciarossa 9595 – il primo treno a passare in quella tratta dopo la manutenzione – avrebbe impattato sugli stessi perché i sistemi di bordo avrebbero letto che si trovava sul tracciato corretto. Lo scambio era invece in una “falsa posizione” e il treno, che viaggiava a 290 chilometri orari, ha trovato la via ostruita uscendo dal binario.
A quel punto la motrice sulla quale viaggiavano Cucciù e Di Cuonzo si è staccata deragliando e sbalzando i due macchinisti a centinaia di metri di distanza. Il distacco ha provocato lo sbalzo anche della prima carrozza passeggeri, mentre il resto del convoglio è andato in frenata automatica di protezione ed è rimasto in linea. “Un miracolo”, lo definisce un tecnico esperto di manutenzione ferroviaria a Ilfattoquotidiano.it: l’impatto della prima carrozza avrebbe sostanzialmente funzionato come uno sperone “rompendo” l’ostacolo sui binari e il resto del treno, pur con difficoltà, è riuscito a rimanere sulla via di marcia senza deragliare ma solo ‘sviando’ tra “scossoni fortissimi”, come hanno raccontato i passeggeri.
Una volta confermata la prima ipotesi, gli investigatori della Polfer dovranno ripercorrere la catena dell’intervento. Chi lo ha eseguito? Personale interno di Rete ferroviaria italiana o i lavori erano stati affidati a una ditta esterna? In ogni caso, spiegano fonti confidenziali al Fatto.it, anche in caso di appalto, Rfi fornisce un nulla osta alla circolazione dopo una verifica sulla manutenzione. Una prima conferma a riguardo arriva da Adriano Coscia, segretario di Orsa Lombardia: “In quella tratta si è svolta attività di manutenzione terminata alle 4.30 di questa mattina e come tutte queste attività c’era il controllo e la sovrintendenza del personale di Rete Ferroviaria”.
Quindi aggiunge: “È un problema di manutenzione. Non so dire se sia un problema della rete ferroviaria o del mezzo; quello lo stabilirà la magistratura, ma su quella tratta c’è il sistema di sicurezza Ertms, che è all’avanguardia a livello europeo: se il personale sbaglia, il sistema interviene. Quindi che ci sia errore umano è da escludere”. Se la dinamica sarà confermata, diversi addetti ai lavori fanno notare che esiste un precedente abbastanza simile: si è verificato nel luglio 2012 a Lavino di Mezzo, nel Bolognese, coinvolgendo l’interregionale 2855 Voghera-Rimini. Si registrarono 26 feriti.