Secondo l’accusa, il sistema si serviva anche dell’appoggio di alcuni patronati: in alcuni casi i falsi invalidi venivano istruiti sul comportamento da tenere durante la visita di accertamento dell’Inps e venivano consegnati dei referti falsificati
Pazienti sedati per apparire malati, finti parenti e false badanti che li accompagnavano alle visite. Esami diagnostici mai eseguiti, ma di cui si avevano i referti. Patologie diagnosticate in cambio di mazzette, in assenza, se non proprio in contrasto, con le analisi. Sono alcuni degli episodi emersi durante l’inchiesta della Procura di Siracusa contro i falsi invalidi: 73 persone indagate, compresi 12 medici dell’Azienda sanitaria provinciale, e 600mila euro di beni sequestrati. Secondo l’accusa, i medici redigevano falsi certificati per pensioni di invalidità e per l’accompagnamento. Due persone, di cui una neurologo dell’Asp, si trovano ora agli arresti domiciliari. Sono stati emessi anche due obblighi di dimora e sette divieti di esercitare la professione di medico. L’inchiesta è stata ribattezzata, non senza ironia, “Povero Ippocrate“, come il padre della medicina.
L’indagine, coordinata dal procuratore Sabrina Gambino e dai sostituti Tommaso Pagano e Salvatore Grillo, si basa su intercettazioni telefoniche e ambientali. Gli investigatori hanno anche documentato episodi di corruzione: i carabinieri hanno registrato in video passaggi di denaro in favore dei medici corrotti. Il ‘sistema’, secondo l’accusa, si serviva anche dell’appoggio di alcuni patronati: in alcuni casi i falsi invalidi venivano istruiti sul comportamento da tenere durante la visita di accertamento davanti la commissione dell’Inps. Ai candidati alla pensione veniva spiegato come simulare determinati sintomi e venivano consegnati dei referti falsificati. I finti parenti e le false badanti servivano a descrivere e confermare la presenza assidua dei sintomi simulati dal candidato.
La Procura aveva chiesto l’arresto per alcuni degli indagati, ma il gip Carmen Scapellato, ha disposto i domiciliari solo per il neurologo dell’Asp Santo Cultrera e per la responsabile di un patronato, Rosaria Mangiafico. L’obbligo di dimora è stato disposto per il medico Paolo Valvo, mentre setti medici hanno ricevuto la misura cautelare del divieto temporaneo di svolgere la professione medica: l’infettivologo Remo Ternullo, il diabetologo Salvatore Alfano, il medico legale Gaspare Pistritto e dei medici dell’Inps Giuseppe Fazio e Rosario Terranova.