Due mamme, una residente a Terni e un’altra a Reggio Emilia, sono state arrestate dalla polizia postale della Toscana con l’accusa di abusi sessuali sulle figlie, entrambe minori di 10 anni. Secondo le indagini, producevano foto a carattere pedopornografico sulle violenze commesse, diffondendole in rete su social network cliccati da pedofili. Deve rispondere delle stesse accuse anche un 40enne residente a Grosseto, padre di una delle bimbe: secondo le indagini, è il destinatario del materiale pedopornografico, inviato via Whatsapp. Era già stato arrestato ad agosto per aver divulgato e detenuto un ingente quantitativo di materiale pedopornografico: a novembre il tribunale di Firenze lo aveva condannato in abbreviato a 2 anni e 4 mesi.
“Bimba concepita per realizzare le fantasie sessuali”
La polizia postale ha eseguito questa mattina la misura di custodia cautelare emessa dal gip di Firenze. Il 40enne del Grossetano e la donna di Terni aveva una relazione sentimentale e da una “chat tra i due – scrive il gip Agnese Di Girolamo nell’ordinanza – emerge come assolutamente verosimile” che la gravidanza sia stata voluta “con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise“. Secondo quanto accertato dalla polizia postale, l’uomo ha abusato della figlia in almeno tre occasioni.
“Le foto della figlia inviate per poche centinaia di euro”
Gli episodi, stando alle indagini, sono avvenuti sempre con la complicità della madre della piccola, che gli avrebbe anche inviato un vademecum per adescare minorenni e, su sua richiesta, gli avrebbe inviato più volte per Whatsapp foto a carattere pedopornografico della bambina. La stessa cosa avrebbe fatto la donna residente a Reggio Emilia, anche lei finita agli arresti oggi, che gli avrebbe inviato immagini degli abusi da lei stessa commessi verso sua figlia, in cambio di poche centinaia di euro.
Le accuse nei confronti della coppia e della mamma
Ai due genitori, il 40enne e la donna di Terni, sono stati contestati i reati di pornografia minorile, “per aver divulgato notizie e informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18, prodotto materiale pornografico realizzato con minori di 18 anni, nonché di violenza sessuale nei confronti di minori per aver costretto una persona minore a subire rapporti sessuali“. I reati sono stati commessi dai genitori della persona offesa, minore di 10 anni. Inoltre, sempre all’uomo e alla donna di Reggio Emilia, sono stati contestati “i reati di violenza sessuale nei confronti di minore di anni dieci, per aver costretto la persona minore a compiere o subire atti sessuali, reato contestato in concorso tra i due indagati, per la donna, con l’aggravante di aver abusato della qualità di madre, nonché di produzione di materiale pornografico”.
Polizia postale: “Le bambine sono al sicuro”
Le due vittime, entrambe minori di 10 anni, sono state affidate ai servizi sociali e condotte in luoghi sicuri. “La vera notizia di oggi – ha dichiarato la dirigente della Polposta Toscana, Barbara Strappato – è che finalmente le due bambine sono al sicuro“. Le indagini, volte a verificare la presenza sul territorio italiano di alcuni utenti attivi all’interno di gruppi a ‘tema pedofila’, presenti sul circuito di messaggistica istantanea Telegram, hanno portato, lo scorso agosto, all’esecuzione di una perquisizione a carico dell’uomo, che è stato tratto in arresto per aver divulgato e detenuto un ingente quantitativo di materiale pedopornografico.
Le foto su Whatsapp e Telegram: indagini proseguono
Gli sviluppi investigativi hanno consentito di accertare l’esistenza sulle piattaforme di Whatsapp e Telegram, utilizzate dall’uomo, di gruppi “attivi” dediti alla condivisione di link mega.nz, tutti riconducibili a contenuti pedopornografici e immagini/video in chiaro di minori intenti al compimento di atti sessuali, oltre alle chat tra gli stessi utenti. L’attività investigativa sotto copertura, delegata dalla procura di Firenze, ha successivamente consentito di individuare alcuni utenti stranieri. L’analisi forense dei contenuti dei supporti informatici sequestrati ha fatto emergere la condotta delle due donne italiane, oggi arrestate. Gli accertamenti della Polizia postale proseguono per identificare altre possibili vittime di violenze da parte dell’uomo.