L’agenzia internazionale Fitch ha confermato il rating dell’Italia a BBB e un outlook negativo. Il rating – spiega l’agenzia in una nota – riflette un livello di debito pubblico che resta “estremamente elevato”, un trend di crescita del pil “molto basso” e una qualità degli asset del settore bancario che migliora ma “ancora debole”. Non aiuta, aggiunge Fitch, il persistente clima di incertezza politica con “una elevata probabilità” che il governo Conte formato da M5S, Pd, Leu e Italia Viva non duri per l’intera legislatura fino alla primavera 2023.
Entrando nello specifico delle misure messe in campo dal governo, Fitch sottolinea come quelle per rafforzare la crescita, vedi il taglio del cuneo fiscale sul lavoro o la spinta agli investimenti pubblici, avranno solo un impatto limitato sul pil. Mentre le misure per la lotta all’evasione fiscale e per i tagli alla spesa richiedono tempo per produrre dei benefici: così – si afferma – il loro impatto resta incerto
A favore dell’Italia giocano invece, scrive Fitch, “un’economia diversificata e ad alto valore aggiunto. L’Italia ha anche un indebitamento moderato del settore privato, una maturità media relativamente favorevole del debito pubblico (6,9 anni), una quota trascurabile del debito in valuta estera, un avanzo corrente costante e una posizione patrimoniale netta sull’estero vicina al pareggio”.
Preoccupa invece la costante lentezza dell’economia. Si legge ancora nel rapporto: ” La performance di crescita è particolarmente debole, sia in termini di Pil reale che nominale. Il Pil reale è cresciuto dello 0,2% nel 2019. L’economia ristagna negli ultimi due anni, con tassi di crescita compresi tra -0,1 e + 0,1% nella maggior parte del 2018 e 2019, prima della contrazione inattesa (-0,3%) nel quarto trimestre 2019. Il tasso di crescita del Pil reale medio a cinque anni è dello 0,9%, rispetto all’1,8% nella zona euro e all’attuale media quinquennale “BBB” del 3,6%. Il tasso di crescita del Pil nominale annuo medio 2010-2019, una metrica chiave per la sostenibilità del debito, è dell’1,1%, rispetto al 2,4% nella zona euro”.