Musica

Festival di Sanremo 2020, le pagelle della terza serata: Morgan e Bugo un disastro, i Pinguini Tattici Nucleari? Karaoke fine a se stesso

Nella lunghissima serata dedicata alla celebrazione dei 70 anni del Festival di Sanremo qualcuno è inciampato, altri hanno affascinato. Tosca ha celebrato al meglio Lucio Dalla, Anastasio e Junior Cally hanno messo il turbo

Non tutto è riuscito bene, durante la notte dedicata alla celebrazione dei 70 anni del Festival di Sanremo. C’è chi non ha centrato qualche nota, come Riki, mentre Arisa ha urlato troppo, Achille Lauro in Ziggy Dardust – uno dei tanti alter ego di David Bowie – e la sexy Annalisa fanno centro. Per fortuna i rapper Rancore, Junior Cally e Anastasio hanno messo il turbo ad una serata difficile, purtroppo si ha la sensazione che non tutte le canzoni scelte dall’immenso repertorio dei 70 anni del Festival, fossero all’altezza dello show. Deludono i Pinguini Tattici Nucleari che hanno portato un super medley, nella speranza rivoluzionassero i brani un po’ alla Elio e le storie tese. Elettra Lamborghini con Myss Keta regala leggerezza sul palco. Quella che molti cantanti (del mestiere) hanno dimenticato, loro malgrado.

Michele Zarrillo (“Deborah”) con Fausto Leali (Voto 7)
La voce di Fausto Leali sovrasta Zarrillo. Il resto è storia.

Junior Cally (“Vado al massimo”) con i Viito (Voto 7)
Vasco è Vasco e l’unione tra Junior Cally e i Viito funziona. Restiamo uniti.

Marco Masini (“Vacanze romane”) con Arisa (4)
Arisa seppur abbia una bellissima voce è caduta su alcune note, urlando. Perché?

Riki (“L’edera”) e con Ana Mena (Voto 3)
Diciamo che le note alte non hanno aiutato. Diciamo.

Raphael Gualazzi (“E se domani”) con Simona Molinari (Voto 8)
Grande classe, grande capolavoro della musica italiana. Ineccepibili.

Anastasio (“Spalle al muro”) con la Pfm (Voto 8)
Il rapper riprende il capolavoro di Renato Zero e capovolge il significato virandolo sulle nuove generazioni. Ottima accoppiata.

Levante (“Si può dare di più”) con Francesca Michielin e Maria Antonietta (Voto 6)
Una versione più intimista, si lavora in sottrazione sull’arrangiamento. E così doveva essere.

Alberto Urso (“La voce del silenzio”) con Ornella Vanoni (Voto 6)
Il tenore pop cerca elegantemente di correggere la grande signora. Doppio impegno

Elodie (“Adesso tu”) con Aeham Ahmad (Voto 7)
Semplice, pulita, dolce. Ci piace

Rancore (“Luce – Tramonti a Nord Est”) con Dardust e La rappresentante di lista (Voto 8)
Un trittico esplosivo, carisma sul palco e la voglia di trascinare verso le emozioni.

Pinguini Tattici Nucleari (“Papaveri e papere, Nessuno mi può giudicare, Gianna Gianna, Sarà perché ti amo, Una musica può fare, Salirò, Sono solo parole, Rolls Royce”) (Voto 5)
Ci si aspettava un medley folle alla Elio e le Storie Tese e nemmeno quello. Karaoke fine a se stesso

Enrico Nigiotti (“Ti regalerò una rosa”) con Simone Cristicchi (7)
Pura e semplice poesia.

Giordana Angi (“La nevicata del 56”) con i Solis String Quartet (Voto 4)
Una canzone che Mimì rese lieve per trasmettere l’immagine della neve. Qui invece diventa uno tsunami.

Le Vibrazioni (“Un’emozione da poco”) con Canova (Voto 8)
Rock su una canzone senza tempo. La giusta sveglia nel momento giusto.

Diodato (“24 mila baci”) con Nina Zilli (Voto 8)
Ironia, leggerezza, coreografia ed è subito simil “puttan pop”.

Tosca (“Piazza grande”) con Silvia Perez Cruz (Voto 7)
Il capolavoro di Dalla rivisitato con eleganza estrema e godibile.

Rita Pavone (“1950”) con Amedeo Minghi (Voto 5)
Il Maestro e la grande artista non si discutono, ma l’accoppiata non rende.

Achille Lauro (“Gli uomini non cambiano”) con Annalisa (Voto 10)
Lui David Bowie, lei in nero e sexy. Intensi, belli, emozionanti. Super.

Bugo e Morgan (“Canzone per te”) (Voto 4)
Morgan ha messo a dura prova i nervi di tutti per 24 ore. Basta polemiche.

Irene Grandi (“La musica è finita”) con Bobo Rondelli (Voto 6)
Una poesia totalmente stravolta, quasi irriconoscibile. Tentativo estremo .Troppo.

Piero Pelù (Cuore matto”) (Voto 7)
Energia pura. Mestiere e cuore sul palco.

Paolo Jannacci (“Se me lo dicevi prima”) con Francesco Mandelli e Daniele Moretto (Voto 6)
Giusto omaggio al padre.

Elettra Lamborghini (“Non succederà più”) con Myss Keta (Voto 7)
Chiariamolo Elettra non è una cantante, non se la mena, parla in maniera a volte esagerata, ma vederla lì diverte perché è dissacrante, ironica e un po’ se ne frega. È la leggerezza che molti cantanti (del mestiere) hanno dimenticato, loro malgrado.

Francesco Gabbani (“L’italiano”) (Voto 5)
Nulla aggiunge e nulla toglie alla versione originale, a parte il travestimento da astronauta.