Le Vibrazioni, Francesco Sarcina, Stefano Verderi, Marco Castellani Garrincha e Alessandro Deidda, per la terza volta al Festival di Sanremo, in gara nella sezione Campioni con il brano “Dov’è”. Nello specifico è il quarto Sanremo per Sarcina che si è presentato da solista nel 2014. Partirà il 17 marzo dal Teatro Golden di Palermo “Le Vibrazioni in Orchestra di e con Peppe Vessicchio”, nei più importanti teatri d’Italia. Una curiosità Francesco Sarcina porterà la sua piccola Nina, ha 4 anni, al Festival per starle vicino.
Con che state d’animo affrontate questo Festival?
Siamo tranquilli rispetto la solito, ci arriviamo senza l’ansia da prestazione rispetto alle altre due volte. Ora ci presentiamo con una canzone che non ha nulla da dimostrare. In passato abbiamo lottato per far emergere la nostra anima rock, nonostante il nostro successo nasca grazie ad una ballad (“Dedicato a te” nel 2003; ndr). Abbiamo fatto un sacco di concerti anche negli ultimi, culminati al Forum. Insomma chi ha voluto capire, ha capito (ridono; ndr).
“Dov’è” segna anche l’apertura e la collaborazione con altri autori come Casalino e Simonetta. Da dove nasce questa esigenza?
Ho scritto tantissime cose in questo ultimo periodo. Poi si arriva ad un punto, dove cambia la visione e nasce l’esigenza di scrivere per mettersi in gioco con altri punti di vista. C’è stato un bel confronto con Casalino e Simonetta e noi stessi ne siamo usciti arricchiti.
Il brano che cantate parla di sconfitte e di voglia di riscatto…
Bisogna imparare ad accusare il colpo e accettare gli eventi brutti che succedono. Sono cose che sono accadute non solo a me, ma sono situazioni comuni anche a tanta gente. La nostra fortuna è che dalla nostra parte abbiamo la musica che spesso è un canale di sfogo o meglio funziona più che una seduta dallo psicanalista! Bisogna individuare il problema e riuscire a distaccarsene. Spesso veniamo manipolati da mille sovrastrutture della società, condizionati da un sacco di inutilità. Ecco, è fondamentale liberarsi da tutto questo. Ed è anche il senso della canzone che canteremo.
Dal 17 marzo partite in tour con una grande orchestra diretta dal maestro Vessicchio. Volete colpire con effetti speciali?
La musica classica è profondamente rock. Se pensiamo a Beethoven io siamo assolutamente convinti, ascoltando le sue linee armoniche, che se fosse vissuto nella nostra epoca sarebbe stata una star del metal! Per questo non ci spaventa questa nuova dimensione ‘classica’. Registreremo tutto e non escludiamo che possa diventare un disco. Ma abbiamo anche in cantiere un album di inediti, naturalmente.