Politica

Prescrizione, loro (i politici) litigano e lasciano noi (i cittadini) ad arrangiarci da soli

Nel titolo ho scritto che “loro”, inteso come i politici che ci rappresentano nel Parlamento, litigano tra loro sul tema della “ragionevole durata dei processi” prevista in Costituzione e regolata appunto dalla legge, recentemente modificata, sulla “prescrizione” che, a parere di qualcuno, rischia in qualche caso di non concluderli mai, a parere di altri, consente invece di garantire meglio per la stragrande maggioranza di essi non solo una durata equa, ma anche una durata certa… nel senso che si conclude con un verdetto.

Infatti quelli che strillano contro la violazione dei diritti fondamentali per quei processi con durata abnorme (che forse potrebbero capitare per qualche raro e serio motivo con la nuova legge) non si soffermano mai a ragionare sul fatto che anche tutti i processi che si estinguono con la prescrizione calpestano violentemente le prerogative previste in Costituzione: l’estinzione anticipata del processo (la prescrizione) prima dell’emissione del verdetto conclusivo – senza che vi siano insuperabili motivi giuridici ad impedirlo – lede comunque il diritto ad un equo processo cui tutta la popolazione ha diritto (soprattutto chi subisce i torti).

Quindi tutta questa “cagnara” che alcuni media stanno facendo contro le nuove norme volute dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e approvate lo scorso dicembre in Parlamento dall’attuale maggioranza M5s + Pd + Iv appare del tutto pretestuosa: i mezzi di comunicazione poco seri privilegiano lo “share” alla corretta informazione e quelli che si fingono imparziali sono ben lontani dall’esserlo realmente. Così capita a noi liberi cittadini di sentire in televisione il fuoruscito dal Pd, Matteo Renzi, gridare a piena ugola (come gli spazzacamini di una volta, ma col microfono in mano) le più gravi minacce a danno del governo che… lui stesso, col suo neo-partitucolo, aveva dichiarato di sostenere (!).

Però anche Mara Carfagna, grande personalità transitata in tutte le formazioni politiche del re dei media italiani (Berlusconi), quindi di destra e con ottima conoscenza di come funzionano i mezzi di comunicazione, raccomanda al governo di tener conto dei suggerimenti dei media perché se no… ecc. ecc. C’è qualcuno che davvero può credere al suo sdegno?

Va beh, ma insomma, è proprio così antidemocratica e anticostituzionale questa riforma che Bonafede e i 5Stelle con l’appoggio poco efficace del Pd vogliono mantenere alla popolazione italiana? Non direi. Intanto, se vogliamo essere correttamente informati, leggiamo attentamente i recentissimi editoriali di Marco Travaglio su questo tema (quello di ieri: “Il Codice Venale” e quello del 26 gennaio “Bonafede e malafede”), saranno sufficienti per avere una migliore cultura giuridica su questo delicato argomento.

Ma poi ci siamo anche noi, il popolo, a voler dire la nostra opinione, con la nostra testa, rinunciando per una volta almeno a dover parlare per bocca di parlamentari che rappresentano solo le loro categorie (avvocati, faccendieri, politicanti, ecc.). Non mi è mai capitato di sentire qualcuno lamentarsi per il furto di “garantismo” ai nostri danni causato da questa legge. Reclamano sì, ma solo perché i processi si facciano per intero e che i colpevoli di gravi reati previsti dal codice penale finiscano in galera per tutto il tempo deciso nella condanna.

No, io non ho mai sentito nessuno lamentarsi per carenza di garantismo. Il nostro è un paese molto civile e anche caritatevole. Casomai è molto più probabile sentire gente reclamare l’esatto contrario, ovvero l’eccesso di garantismo verso chi delinque mentre si ignorano da decenni i bisogni più elementari della gente comune che si guarda bene dal delinquere. Se vogliamo proprio dire qualcosa di serio a questo proposito dobbiamo dare un occhiata a dove siamo finiti nella classifica europea dei paesi con elevata corruzione al proprio interno.

Transparency International (vedasi tabella) ci dà un punteggio di 52 punti su un massimo di 100 punti che nessuno raggiunge: la Danimarca è prima con 88 punti e ci colloca però al 53esimo posto (su 180) nella classifica globale, trovando davanti a noi persino gli Emirati Arabi, il Ruanda, Malta, la Namibia, ecc. ecc. Come si spiega che un paese così garantista e meticolosamente attento ai diritti delle persone (incluso i clandestini) possa essere così indietro nella classifica dei corrotti?

Probabilmente si spiega proprio (è brutto dirlo, ma non vedo altre spiegazioni) nell’eccesso di garantismo che incoraggia i furfanti a rischiare e, grazie al “garantismo”, spesso la fanno franca, contagiando così molti onesti che si vedono scavalcati sul piano sociale ed economico dai disonesti.