Il cinque febbraio è un giorno magico per il calcio. Sarà una strana congiuntura astrale vista l’altissima concentrazione di campioni nati proprio in questo giorno. Dal compianto Cesare Maldini a Tevez, da Cristiano Ronaldo a Neymar, da “Gika” Hagi a Carlitos Tevez, da De Vrji a Van Bronkhorst si potrebbe metter giù una squadra da favola solo con i nati il 5 febbraio. Addirittura la tendenza si conferma anche tra le donne guardando la data di nascita di Carolina Morace, la più grande calciatrice italiana di tutti i tempi. Tra le tante celebrazioni del “giorno dei campioni”, nessuna menzione, neppure per la panchina dell’ipotetico squadrone, per John Aloisi, calciatore, nato pure lui il 5 febbraio, di 44 anni fa, attaccante e recordman di ferro in Italia.
Eh già, perché l’ottimo Aloisi ha avuto il suo nome scritto nell’hall of fame del calcio italiano per 24 lunghi anni. 24 anni in cui né Batistuta, né Ronaldinho, né Crespo, né Ibra, né il fior fiore dei calciatori stranieri passati in A negli ultimi 24 sono riusciti a scalzarlo, fino allo scorso agosto. Nato in Australia, figlio di Rocco, immigrato calabrese, John ha il pallone nel sangue ben più dei suoi connazionali e il papà lo incoraggia, tanto che arriva a esordire in Serie A australiana a sedici anni, con l’Adelaide. La prospettiva del campionato australiano però non lo alletta troppo, perciò grazie alla rete di conoscenze e con tanti sogni in valigia John giovanissimo va in Europa, allo Standard Liegi. Solo una prova nelle giovanili, ma Aloisi ci crede e col tempo anche lo Standard: viene mandato a farsi le ossa all’Anversa in prestito. Cominciano le partite vere e John si fa trovare pronto: 7 gol in 35 partite, buoni movimenti, tanto lavoro per la squadra.
Attira l’attenzione della Serie A italiana: la Cremonese di Simoni cerca un attaccante come lui, avendo iniziato il campionato in maniera disastrosa, senza mai vincere. Arriva a Cremona a Novembre, e subito arrivano gol e vittoria. A Padova, il 26, il mister lo schiera titolare e lui ricambia: dopo ottanta secondi pasticcia su un cross ma la palla finisce comunque dentro. Arriva la prima vittoria in campionato per la Cremonese e il record per Aloisi: il suo è il gol più veloce mai segnato da un calciatore straniero in Serie A. Due settimane dopo l’austrialino bissa segnando nella seconda vittoria in stagione della Cremonese, il 7 a 1 rifilato al Bari, stavolta con un gol di pregevole fattura. Pare dunque che i grigiorossi abbiano trovato la quadra e un gioiellino su cui puntare per il futuro. Pare. La squadra di Simoni e del cavalier Luzara retrocederà finendo penultima, Aloisi non segnerà più. Si decide di puntare su di lui nel campionato seguente, in serie cadetta per l’immediata risalita ma finirà peggio: solo due gol per l’australiano e la Cremonese ultima e retrocessa in C1.
Lascerà l’Italia con un velo di tristezza ma anche con un record che durerà 24 anni: lo ha battuto Danilo, terzino brasiliano della Juve che all’inizio di questa stagione ha segnato contro il Napoli 28 secondi dopo essere entrato. Lasciata Cremona Aloisi finirà in Inghilterra, giocando anche bene tra Championship e Premier: 29 gol al Portsmouth, 13 al Coventry, e la chiamata della nazionale a impreziosire il tutto. Dopo l’Inghilterra Aloisi va in Spagna, all’Osasuna dove gioca, sempre su buoni livelli e sempre in massima serie per 4 anni e poi all’Alaves, prima di tornare in patria. Ma le maggiori soddisfazioni se le toglie con la maglia della nazionale: gioca stabilmente in tandem ora con Viduka, ora con Kewell, partecipa a una finale di Confederation Cup contro il Brasile e soprattutto partecipa ai mondiali del 2006 giocando sempre (anche contro l’Italia agli ottavi) e segnando all’esordio contro il Giappone. Aveva iniziato ad allenare in patria, ma un gravissimo problema cardiaco lo ha costretto a lasciare la panchina per sottoporsi a un delicatissimo intervento per fortuna riuscito bene ed ora è in fase di recupero: l’intenzione è quella di tornare ad allenare, ma come ha dichiarato ai media australiani già è tanto essersela cavata. Perché John Aloisi è nato il 5 febbraio, il giorno dei campioni, non essendo un campione. E quando non hai il sinistro di Hagi, l’esplosività di Ronaldo o la classe di Neymar devi cavartela, magari riuscendo comunque a scrivere record e realizzare sogni.