Musica

Festival di Sanremo 2020, Diodato a FqMagazine: “Quella volta che Ozpetek mi ha detto: ‘Questa è la canzone che serve per il mio film!'”

Il cantautore, a tre anni dall'album “Cosa siamo diventati”, torna al Festival di Sanremo con “Fai rumore”, che si posiziona in pole position per il podio finale. “Che vita meravigliosa” non è solo il brano portante della colonna sonora de “La dea fortuna” di Ozpetek, ma anche il titolo del nuovo album di inediti

di Andrea Conti

Raccontare i sentimenti non solo con le parole, ma anche con l’impatto emotivo della musica. Diodato fa centro con “Fai rumore” e si presenta al Festival di Sanremo 2020, posizionandosi già tra i favoriti al podio. Un brano che invita all’apertura verso l’altro, alla condivisione. “Che vita meravigliosa” non è solo il brano portante della colonna sonora de “La dea fortuna” di Ozpetek, ma anche il titolo del nuovo album di inediti, in uscita il 14 febbraio, che racconta la vita di Diodato in questi tre anni di assenza. Due i concerti eventi previsti: il 22 aprile a Milano all’Alcatraz, mentre il 29 aprile l’artista sarà all’Atlantico di Roma.

Cosa racconta questo disco?
Tre anni di cose vissute profondamente, il mio sguardo sulla società e ciò che mi circonda e che entra dentro la mia vita.

Come in “La lascio a voi questa domenica”, dove racconti di un suicidio avvenuto realmente nel 2018 alla stazione di Cattolica…
Esattamente. Questo fatto è successo davvero. Era una domenica, ho sempre un rapporto malinconico con questo giorno, quando già sono malinconico io di natura (ride, ndr). Comunque quel giorno una donna si è suicidata ed eravamo tutti sul treno fermi, naturalmente. In quelle ore ho osservato casi disumani incapaci di empatia con quello che era successo. Tutti si lamentavano, dimenticandosi che c’era un essere umano morto, poco distante da dove eravamo noi.

Fai anche i conti con te stesso quando scrivi?
Sì e lo racconto anche con le mie canzoni. Come in ‘Alveari‘, che nasce da un fatto che mi ha sconvolto. Un mio amico si è sentito male e mi ha fatto riflettere sulla fragilità degli equilibri della vita. Poi mentre passeggiavo la struttura di un palazzo mi ha fatto venire in mente un alveare con tutta una serie di storie fatte di cadute e resurrezioni.

Non manca l’amore, la fine di una relazione che però non porta con sé strascichi dolorosi. È possibile accada?
Lo racconto in ‘Quello che mi manca di te‘ nello sguardo di chi ha amato di chi ha osservato in silenzio di chi ha provato emozioni forti di vita insieme in cui è forse facile ritrovarsi. La cosa che credo fortemente è che ci sono rapporti che arrivano a creare sentimenti che sopravvivono alla coppia stessa. Quel vissuto sopravvive al concetto del noi e alle piccolezze che sono all’interno di un rapporto. Non c’è una concezione distruttiva quando ci sono di mezzo persone giuste che hanno vissuto storie d’amore bellissime. Io ci tengo a tutelare quel sentimento e sono felice di poterlo raccontare con la musica.

Come nasce la collaborazione con Ozpetek per “La dea fortuna”?
Che vita meravigliosa‘ nasce in una camera d’albergo, dopo un concerto, una serata magnifica con gli amici e musicisti, uno di quei giorni in cui ti senti privilegiato a fare questo lavoro. Poi si torna nella fredda stanza d’albergo ed ecco che nasce questa esclamazione. Avevo già le atmosfere del brano e il ritornello, poi è arrivata la possibilità di scrivere qualcosa per il nuovo film di Ozpetek. Ho letto la sceneggiatura e sono rimasto colpito da quanto in realtà il brano fosse già una fotografia del film. Per fortuna anche Ozpetek ha avuto la mia stessa sensazione, tanto che quando ha ascoltato la canzone ha esclamato: ‘Questa è la canzone che serve per il mio film!‘. È stato davvero un onore.

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