L’intera squadra di operai di Rete ferroviaria italiana indagata, gli accertamenti irripetibili sui binari a partire da lunedì. E una domanda che gli esperti del settore continuano a farsi: come è stato possibile lasciare il deviatoio in “rovescio per la sinistra” invece che dritta, nella convinzione che la posizione fosse quest’ultima? Sciogliere questo interrogativo è la chiave dell’indagine che il nucleo investigativo della Polfer sta portando avanti, su delega della procura di Lodi, sull’incidente del Frecciarossa 1000 costato la vita dei due macchinisti all’alba di giovedì. A oltre 48 ore dal momento del deragliamento del treno 9595 all’altezza di Ospedaletto Lodigiano ci sono alcuni punti fermi e molte zone d’ombre.

L’intervento
Di certo giovedì notte una squadra di 4 operai più il capotecnico – che hanno riferito alla Polfer di aver svolto correttamente il lavoro e nel pomeriggio verranno formalmente interrogati – interviene sul deviatoio numero 05 al chilometro 116 per un’operazione di manutenzione ordinaria. È un lavoro di routine, di quelli che da prassi vengono eseguiti nelle ore notturne per evitare l’interruzione del traffico. Non c’è alcuna emergenza né un problema particolarmente grave legato ad usura dei materiali. Il team – per quanto ricostruito finora – inizia il proprio lavoro ore prima. Arriva al Posto di Movimento di Livagra – dove c’è una palazzina, quella vicino alla quale è terminata la corsa del primo vagone del Frecciarossa – e si porta sui binari. Deve intervenire sul deviatoio incriminato per lavorare sugli “attuatori”, cioè la componente che permette di azionare lo scambio e ne garantisce la fermascambiatura, ovvero la tenuta della posizione scelta. Pare che verso la fine dell’intervento, ci sia stata un’anomalia: il sistema non legge se il deviatoio è in posizione “rovescio” o “dritta”.

Il via libera
Quanto avviene in quei minuti è uno dei punti sui quali dovranno lavorare periti e investigatori, perché cruciale per comprendere come mai il deviatoio alla fine fosse in “rovescio”, cioè impostato per portare i treni verso sinistra lungo un binario che viene utilizzato solo per il deposito del materiale che serve per la manutenzione. Come dimostra il fonogramma pubblicato da Ilfattoquotidiano.it giovedì pomeriggio, la squadra “disalimenta” il deviatoio. In altre parole: gli operai decidono di eliminare la possibilità di cambiare da remoto la posizione dello scambio e, detto in maniera grezza, staccano la corrente. Da quel momento il Dco di Bologna – la sala che gestisce il traffico ferroviario e imposta le tratte per i treni – non può intervenire ma il sistema di cui dispone “vede” la reale posizione del deviatoio. Contestualmente la squadra comunica che la posizione dello scambio è “normale”: cioè dritta e così risulta al Dco. Insomma, i treni che passeranno da lì proseguiranno sulla linea ferrata verso Bologna.

Gli interrogativi
Come è possibile, invece, che il deviatoio fosse in “rovescio per la sinistra”? Quali manovre sono state eseguite nel Posto di Movimento di Livagra, distante circa mezzo chilometro dal deviatoio? C’era davvero qualcuno sul piazzale per controllare a vista che ci fosse concordanza tra la manovra effettuata nella cabina del Posto di movimento e la posizione dello scambio prima di comunicare al Dco di Bologna che tutto era “normale”, come impongono le ferree regole operative di Rete ferroviaria italiana? Vi era concordanza anche tra quanto comandato e quanto attuato sul campo? Esisteva il reale controllo elettrico della posizione dello scambio? È possibile che la notte la squadra abbia lavorato sui cablaggi, commettendo un errore nel riposizionamento? Sono le domande alle quali dovrà rispondere l’indagine per chiarire se c’è stato errore umano e da parte di chi.

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