A parlare di “estrema accondiscendenza dei vertici" era stato, durante gli interrogatori condotti nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arreso di Marco e Gianluca Jacobini, l’ex ad della banca Giorgio Papa, anche lui indagato. Il governatore ha poi definito "di impossibile comprensione" l’ipotesi di "conflitto di interessi" tra la funzione di vigilanza e la concessione a Tercas di una linea straordinaria di liquidità che sarebbe stata restituita dall'istituto barese
“L’azione di vigilanza” della Banca d’Italia “anche sulle banche di piccola dimensione è intensa”, “senza volontà dirigistiche né connivenze“, ed “è condotta nell’ambito dei poteri assegnati all’autorità di controllo e nel pieno rispetto della natura di impresa dell’attività bancaria oltre che delle disposizioni di legge”. Il governatore Ignazio Visco dal congresso Assiom Forex torna a difendere l’operato di via Nazionale, nega tra le righe che Bankitalia abbia chiesto alla Popolare di Bari di accollarsi Tercas e definisce “non solo del tutto priva di fondamento ma altamente offensiva l’insinuazione di una estrema accondiscendenza dei vertici della Banca d’Italia” verso l’istituto pugliese commissariato a dicembre. A parlare di “estrema accondiscendenza” era stato, durante gli interrogatori condotti nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arreso di Marco e Gianluca Jacobini, l’ex ad della banca Giorgio Papa, anche lui indagato.
Secondo Visco, poi, “è di difficile, anzi per me impossibile comprensione” l’ipotesi di “conflitto di interessi” dell’istituto centrale “fra funzione di vigilanza prudenziale e concessione della linea straordinaria di liquidità (Ela) alla Tercas, misure che in entrambi i casi attuano doveri e compiti istituzionali strettamente regolati dal quadro normativo europeo e nazionale“. A fine 2012 Bankitalia aveva erogato all’istituto abruzzese un prestito di emergenza che fu restituito dall’istituto barese dopo l’accordo per l’acquisizione.
Il governatore ha poi parlato delle prospettive dell’economia italiana: “In Italia l’attività economica sta sostanzialmente ristagnando dai primi mesi del 2018, anche a seguito del rallentamento registrato a livello europeo e globale”. E per il futuro “i segnali provenienti dagli indicatori congiunturali più recenti sono contrastanti. Le nostre indagini presso le imprese suggeriscono ancora attese di una espansione della domanda; le condizioni dei mercati finanziari e creditizi sono migliorate ed è aumentata la fiducia degli investitori, come testimoniato dagli ingenti acquisti di titoli pubblici da parte di non residenti e dal considerevole calo dei loro rendimenti e dei differenziali di interesse nei confronti dei bund”. Tuttavia, “la stima preliminare dell’Istat indica una flessione del prodotto dello 0,3% nel quarto trimestre dello scorso anno, presumibilmente anche riflesso di un’evoluzione particolarmente sfavorevole delle componenti più erratiche della domanda finale”.
Sul sistema economico e bancario italiano “pesano ancora, oltre alle manifestazioni di disaffezione nei confronti del disegno europeo, le incognite sull’attuazione, o sulle eventuali misure sostitutive, degli aumenti delle imposte indirette previsti dalle clausole di salvaguardia nel 2021 e nel 2022 (rispettivamente pari all’1,1 e all’1,4 per cento del Pil) e timori ancora presenti su alcune tendenze della spesa corrente”. Per Visco a questo “si aggiungono valutazioni pessimistiche sul potenziale di crescita della nostra economia che presumono una carenza nella capacità di intraprendere le azioni di riforma che possono liberare le risorse produttive del Paese. Sono percezioni che vanno contrastate migliorando il contesto per l’attività imprenditoriale e per l’innovazione, riducendo l’incertezza, anche normativa, che frena gli investimenti privati, fondando gli interventi in materia di tassazione su una visione complessiva del sistema tributario, dando piena attuazione al programma di investimenti pubblici del governo”.