Il segretario Anm Caputo giudica "non irragionevole" il lodo Conte bis elaborato dall'esecutivo nelle scorse ore. E ha ribadito che il "blocco della prescrizione è giusto" e può avere "effetti positivi". Proprio oggi l'ex premier Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della sera, aveva attaccato il ministro della Giustizia dicendo che contro di lui e la sua riforma ci sarebbero "i penalisti, i magistrati, i garantisti insieme a secoli di civiltà giuridica italiana"
Il lodo Conte bis elaborato dal governo sulla prescrizione, secondo l’Associazione nazionale magistrati, “non è una soluzione irragionevole”. Ma si deve andare avanti con “il processo di riforma del processo penale”. Il segretario Anm Giuliano Caputo, a margine del congresso di Unicost, ha espresso parere positivo sull’ultima mediazione a cui è arrivato l’esecutivo nelle scorse ore e che sarà presentata in consiglio dei ministri lunedì 10 febbraio. Ha ribadito che secondo i magistrati il blocco della prescrizione “è giusto” e può avere “effetti positivi”, ma ha anche sottolineato come, secondo loro, si sia perso tempo per affrontare quella che è “un’emergenza” ovvero “la durata dei processi”: “Sulla base di preoccupazioni catastrofiche che noi non condividiamo, sull’esito della riforma della prescrizione si è creato uno stallo. Si è parlato troppo di prescrizione e non si parlato più di riforma del processo penale, che invece era un’urgenza. Le due cose dovevano viaggiare parallelamente. La durata dei processi sta a cuore anche a noi. Torniamo a parlare di quello”.
Le parole dell’Associazione nazionale magistrati arrivano proprio mentre il leader di Italia viva Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della sera, ha ribadito la sua contrarietà alla riforma e attaccato il ministro della Giustizia dicendo che “da un lato c’è Bonafede e purtroppo insieme con lui c’è quello che resta del riformismo del Pd; dall’altro ci sono i penalisti, i magistrati, i garantisti insieme a secoli di civiltà giuridica italiana”. Al contrario di quanto detto dall’ex premier infatti, il segretario dell’Associazione nazionale magistrati si è schierato con l’intervento dell’esecutivo: “La proposta dell’Associazione nazionale magistrati”, ha detto, “era il blocco della prescrizione dopo la sentenza di condanna, una diversa modulazione e un trattamento differenziato per chi viene poi assolto in appello non ci sembra una soluzione irragionevole. Sui profili di legittimità costituzionale l’ultima parola sarà detta dalla Corte Costituzionale”, ma si deve superare “lo stallo” e “riprendere il processo di riforma del processo penale”. Quindi ha concluso: “Noi pensiamo che sia giusto, e che possa anche avere effetti positivi, il blocco della prescrizione, come in quasi in tutti gli altri ordinamenti. Ma la prescrizione è slegata rispetto alla durata dei processi, che è un’emergenza. Si è creato una sovrapposizione impropria che ha portato ad una situazione di stallo. Paradossalmente si sta discutendo di una legge dello Stato, entrata in vigore, e si è bloccata la riforma del processo”.
Infine Caputo ha parlato di “un terzo fronte” che si è aperto con l’ipotesi di sanzioni ai magistrati che sforano i tempi: “Abbiamo espresso al ministro le nostre preoccupazioni. Sarebbe un messaggio ingeneroso e di sfiducia nei confronti della magistratura, e anche una soluzione potenzialmente dannosa, perché potrebbe sacrificare l’approfondimento e la qualità della decisione. Detto questo, noi magistrati, e non da ora, siamo impegnati a garantire la qualità, alle garanzie e a rendere quanto più veloci i tempi dei processi, che possono durare anche pochi mesi se siamo messi in condizione di farlo e le condizioni non sono tempi fissi ma riforme e risorse”.
Intanto continua lo scontro politico con Italia viva che insiste nel dire che non voterà il provvedimento nemmeno con il lodo Conte bis. “Faraò fermati, così perdiamo la causa…”, ha scritto su Twitter il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, replicando al capogruppo di Iv al Senato Davide Faraone. Il renziano ha infatti ribadito chese la riforma del processo penale accelererà davvero i tempi, non sarebbe necessario “abolire la prescrizione”. A chi gli ha chiesto quale “causa” abbia in comune con Faraone, Orlando ha risposto: “La modifica della norma Bonafede”. Di fronte alle parole dell’Associazione nazionale magistrati invece ha espresso soddisfazione la presidente della commissione Giustizia a Montecitorio Francesca Businarolo: “La sollecitazione della Anm a riprendere subito il percorso di riforma del processo penale è quanto mai sensata. Il ministro Bonafede è al lavoro da tempo in questo senso, nella consapevolezza che l’efficienza della giustizia passi attraverso diverse misure organiche che possano garantire i tempi ragionevoli del processo. In questa direzione è certamente urgente che la polemica intorno alla legge sulla prescrizione lasci spazio alle azioni studiate dal Guardasigilli”.