La prescrizione per il 57 per cento degli intervistati “spesso consente ai colpevoli di evitare la condanna” ed “è meglio toglierla o allungarla”. Mentre solo per “il 20% è una garanzia per gli imputati che altrimenti rischiano di restare sotto processo”. La riforma Bonafede? Piace al 59% di chi la conosce (circa il 45%). E’ questa la fotografia dell’istituto Ipsos per il Corriere della sera sul provvedimento che più sta facendo discutere la maggioranza nelle ultime settimane. In generale il 49% ritiene che “lo stop alla prescrizione restituisca la certezza della pena, dando al processo maggiore efficacia”, mentre solo il 25% ritiene che sia “una perdita di efficienza”.
Il contenuto del provvedimento è conosciuto nel dettaglio dal 5% degli italiani intervistati. Il 40% dice di sapere cosa contiene “nelle linee generali”. Il 36% ne ha sentito parlare e il 19 per cento ignora la questione. I contrari alla riforma sono il 34% contro il 59 di chi appunto la promuove. Le opinioni sulla prescrizione però, slegate dalla riforma, sono “piuttosto nette”, come evidenziato da Nando Pagnoncelli e solo il 23% “non si esprime”.
Se si analizza il comportamento degli elettori dei singoli partiti si vede che chi è più informato sulla riforma Bonafede sono gli elettori Fi-Fdi (il 72% dichiara di conoscere il provvedimento nelle sue linee generali), insieme a quelli del Pd. Per quanto riguarda invece l’opinione sulla prescrizione, osserva Pagnoncelli, se gli elettori di Forza Italia e Fratelli d’Italia sono divisi a metà (44% a favore e 43% contrari), “tra tutti gli elettorati prevale nettamente l’opinione di chi considera la prescrizione una sorta di scappatoia per i colpevoli”: il 76% dei pentastellati, il 65% dei dem.
Proprio le tensioni sul fronte della giustizia hanno fatto evocare l’ipotesi di una crisi di governo. Sempre secondo Ipsos è da ritenersi “negativa per il 32 per cento degli intervistati (76% degli elettori Pd e 68% di quelli M5s)” e “molto positiva dal 26%”. Il 19 per cento ritiene inoltre che sarebbe “tutto sommato meglio perché il governo Conte 2, per quanto abbia fatto anche cose buone le divisioni sono ormai troppe”. Insomma, conclude Pagnoncelli, gli scontri sul fronte della prescrizione avrebbero logorato anche il sostegno di chi è stato un sostenitore dell’esecutivo.