Non era riuscito a partire insieme agli altri italiani per via della febbre. Ma presto anche il 17enne bloccato a Wuhan potrà tornare a casa. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Un velivolo dell’Aeronautica militare andrà a prenderlo in Cina e lo riporterà qui”, ha annunciato dopo una riunione con il ministero della Salute. “Per noi nessuno deve rimanere indietro”. Lo studente, avendo qualche linea di alterazione, non è potuto salire a bordo dell’aereo inglese che domenica mattina ha riportato 200 cittadini europei in Gran Bretagna: gli otto passeggeri italiani sono atterrati a Pratica di Mare, in provincia di Roma. Nel frattempo, l’Istituto Spallanzani ha confermato che sono negativi al test i due bambini portati questa mattina all’Istituto specializzato in malattie infettive: hanno 4 e 8 anni e sono tra gli italiani in quarantena alla Cecchignola dopo essere tornati da Wuhan. Non sono stati contagiati dal coronavirus, quindi, solo qualche linea di febbre dovuta a un malanno stagionale.
Nessun nuovo caso positivo. È negativo il test effettuato sulla donna trasferita ieri dalla Cecchignola allo Spallanzani per un problema agli occhi: “Solo congiuntivite“, spiega il ministero della Salute. Al momento, perciò, in Italia risultano solo tre casi accertati di polmonite da coronavirus: la coppia di turisti cinesi e un uomo di 29 anni, anche lui in isolamento alla Cecchignola. Intanto nel mondo continua a salire il numero delle vittime, anche se rallentano i contagi: 814 morti in Cina, più dei 774 causati dalla Sars in tutto il mondo nel 2002-2003. Nuovi casi registrati in Francia, in Germania e in Gran Bretagna. LHubei che resta l’epicentro dell’epidemia (780 morti). Gli esperti hanno notato il calo, per il quarto giorno di fila, dei nuovi casi in Cina (2.656 sabato dal picco di quasi 3.900 di mercoledì), a fronte di contagi verificati saliti a ridosso delle 38.000 unità, di cui 6.188 gravi. L’Organizzazione mondiale della sanità, pur confermando una certa “stabilizzazione“, ha avvertito però che è troppo presto per tracciare un trend di contenimento, dato che i laboratori cinesi lavorano a pieno regime sui test e potrebbero fornire un “altro rimbalzo”, un’ulteriore impennata dei casi di contagio.
Altri 8 italiani rientrati da Wuhan. Un volo inglese con a bordo 200 cittadini europei di varie nazionalità è atterrato questa mattina a Brize Norton, in Gran Bretagna: a bordo ci sono anche otto italiani. Alla base inglese hanno trovato ad attenderli un volo organizzato dal COI-Difesa, che, dopo un primo screening sanitario, vè ripartito verso l’Italia. Intorno alle 14 sono atterrati a Pratica di Mare: da lì sono stati trasferiti all’ospedale militare del Celio a Roma, dove trascorreranno un periodo in isolamento. Tra di loro, ci sono anche due neonati, che viaggiano insieme alle proprie madri. La scelta, ha spiegato il ministero della Salute, è ricaduta sul Celio “per motivi di posti”, anziché sulla città militare della Cecchignola, dove si trovano gli altri italiani rimpatriati. Neanche stavolta è riuscito a partire il diciassette di Grado, in provincia di Gorizia, bloccato a Wuhan: come la scorsa settimana, qualche linea di febbre gli ha impedito di salire sull’aero inglese che ha riportato a casa duecento europei, tra cui gli otto italiani.
Vertice a Palazzo Chigi. Convocato per domani mattina alle ore 10:30 un tavolo interministeriale sul coronavirus: la riunione sarà presieduta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e parteciperanno i ministri competenti, tra cui Roberto Speranza, Luigi Di Maio, e il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli.
“Riporteremo Niccolò a casa entro 24 ore” – Lo studente 17enne di Gorizia ancora è stato riportato in albergo e “sta bene”: un volo dell’Aeronautica militare nella giornata di domani andrà a prenderlo per riporterà in Italia. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al termine di una riunione con il ministero della Salute. A fine agosto il ragazzo era partito per uno scambio culturale nell’Hubei e, quando è scattata la quarantena, si trovava proprio nella città-focolaio di Wuhan. Lunedì, a causa della febbre, non si era imbarcato sul volo dell’Unità di Crisi della Farnesina con altri 56 connazionali.
Il caso dei “contagiati-fantasma” a Roma – Avrebbero viaggiato in Italia già contagiati dalla polmonite da coronavirus, pur non presentandone i sintomi: si tratta di una famiglia che ha sviluppato la malattia solo una volta rientrata a Taiwan, dopo una vacanza a Roma. Le autorità hanno confermato che una coppia è risultata positiva e ha sviluppato i sintomi della malattia al rientro, mentre il figlio è il primo paziente asintomatico risultato positivo al coronavirus. Il 4 febbraio, dopo il ricovero in ospedale, i medici di Taiwan hanno cercato di ricostruire l’origine del contagio della famiglia: non erano mai stato a Wuhan e i due Paesi hanno limitatissimi rapporti. La conclusione, secondo l’ospedale, è che abbiano contratto il virus nel volo di andata. Se così fosse, durante la vacanza era inconsapevolmente in fase di incubazione.
I casi fuori dalla Cina – Il Paese più colpito è il Giappone, con 96 casi accertati, di cui 70 a bordo della nave da crociera “Diamond Princess”, da giorni attraccata al largo della costa di Yokohama. A bordo, anche 35 italiani, tra cui il capitano Gennaro Arma e altri 24 membri dell’equipaggio: ma nessuno di loro, rassicura la Farnesina, sarebbe malato. Medicine, cibo e altri beni primari vengono consegnati da elicotteri direttamente sul ponte della nave, e gli ospiti della crociera documentano sui social le interminabili giornate in isolamento, in attesa di sbarcare il 19 febbraio. In Europa è la Germania il Paese con più contagi: 14 casi, seguito dalla Francia, che conta 11 persone risultate positive all’infezione da coronavirus.
In Italia, il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che sulla questione dei voli bloccati non intende fare un passo indietro: intervistato dal Corriere della Sera ha sottolineato che le relazioni diplomatiche sono “rilevanti” e le questioni economiche “fondamentali”, ma resta prioritario il diritto alla salute. Una decisione, spiega, stata presa “nella massima condivisione”, perché “c’è piena unità nel governo”, e le scelte sono orientate da tecnici e scienziati. L’allarmismo è sbagliato – aggiunge – ma si deve tenere una soglia di attenzione molto alta. Intanto si continua a discutere sulla presenza o meno a scuola dei bambini tornati dalla Cina, dopo la nuova circolare ministeriale. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intervistata dalla Stampa ha chiarito che non saranno i presidi o i genitori a decidere. “Nessun pericolo – aggiunge – perché ci sarà un monitoraggio quotidiano degli studenti di ritorno dalla Cina. Non da parte delle scuole, ma delle Asl di riferimento. La questione è medica e non scolastica”.