Il lodo Conte bis a cui è arrivato il governo sulla riforma della prescrizione “è una mediazione al ribasso“. Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, intervistato da Lucia Annunziata su Rai3 a “Mezz’ora in più” ha parlato del tema che divide la maggioranza da settimane e ha ribadito la sua posizione in favore del blocco della prescrizione. Anzi parlando della mediazione dell’esecutivo che prevede lo stop se uno è assolto mentre che continui a decorrere se uno è condannato, ha dichiarato: “Così c’è disparità di trattamento”. Ma, è stato il ragionamento, l’urgenza è intervenire sulla velocità dei processi: “Un legislatore serio deve preoccuparsi del perché un fascicolo resta quattro anni in un armadio del pm“, ha dichiarato. “Questa è la mamma di tutte le riforme. Serviva la prescrizione per costringere il legislatore ad interessarsi concretamente per modifiche procedurali al codice di procedura per velocizzare il processo senza diminuire le garanzie dell’imputato”. Una posizione simile a quella espressa nelle scorse ore dall’Associazione nazionale magistrati: “Sulla base di preoccupazioni catastrofiche che noi non condividiamo, sull’esito della riforma della prescrizione si è creato uno stallo”.
Sono giorni che sul fronte politico la tensione rimane molto alta, con Italia viva tra i principali oppositori della riforma. “Tutte queste persone”, ha continuato Gratteri, “che si stanno ammazzando a gridare contro la prescrizione, perché nel mentre non presentano un’alternativa, un articolato di legge dove dimostrano concretamente che è possibile velocizzare i processi, che è possibile far funzionare la giustizia?”. Secondo il procuratore di Catanzaro è “necessario togliere tutte le condizioni perché un fascicolo non rimanga più fermo. Ogni bambino ha un tablet, ogni persona ha due telefoni però quando chiediamo la tecnologia applicata al processo viene l’orticaria a tutti e dicono che si abbassa il livello di garanzia dell’indagato. L’informatica non abbassa la garanzia, lascia traccia. Non fa altro che aumentare le garanzie. Tecnologia vuol dire efficienza, diminuire il potere discrezionale dell’uomo, quindi diminuire l’abuso. La legge Bonafede ne esce cambiata? si certo ma la storia insegna che le cose dirompenti si fanno nei primi 6 mesi di legislatura poi qualsiasi governo man mano che va avanti ha sempre meno potere e energia”.