In Svizzera omofobia e razzismo saranno sanzionati allo stesso modo. Le proiezioni dei risultati del referendum sull’appoggio o meno alle nuove norme in materia approvate dal Parlamento sono univoche: oltre il 60% degli elettori, stando a quanto riferisce l’istituto gfs.bern, ha accolto positivamente il divieto. E i primi risultati confermano il trend: Glarona e Nidvaldo hanno accettato il testo entrambi con il 51,3%, così come Argovia (56,4%), Lucerna (59,6%) e il canton Grigioni (58,6%). Stando ai primi risultati parziali, oltre tre ginevrini su quattro hanno votato a favore, mentre a Zurigo e in Vallese la quota dovrebbe essere superiore al 60%. Nel canton Vaud la percentuale – dopo lo spoglio di tre quarti delle schede – si attesta oltre l’80%.
L’iter che ha portato gli svizzeri alle urne inizia nel dicembre 2018 quando il Parlamento ha votato per estendere la norma antirazzismo contenuta nel Codice penale (articolo 261) che mira a vietare espressamente le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale per proteggere la comunità omosessuale, bisessuale, transgender o intersessuale.
La revisione di legge, approvata dal Parlamento e appoggiata dal governo, introduce esplicitamente nel Codice penale il divieto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Contro questa legge si era schierata l’Unione democratica federale, piccolo partito di matrice cristiana conservatrice, che aveva quindi lanciato il referendum invocando la libertà d’espressione. Ma i cittadini svizzeri hanno detto no.