La DGCCRF (Direction générale de la Concurrence, de la Consommation et de la Répression des fraudes), sostanzialmente l’equivalente della nostra antitrust, dopo una lunga fase istruttoria ha deciso di irrogare una sanzione di 25 milioni di euro ad Apple, in merito alla vicenda del rallentamento subito dagli iPhone più vecchi dopo l’aggiornamento al sistema operativo iOS 11, avvenuto nel corso del 2017.
Come forse ricorderete, tutto ha avuto inizio con la disponibilità della versione 11 del sistema operativo mobile Apple iOS. Quest’ultimo, infatti, sugli iPhone supportati ma comunque datati come iPhone 6 e 6s, attivava automaticamente una modalità volta a diminuire la frequenza di funzionamento del processore. Questa misura aveva lo scopo principale di abbattere i consumi ed evitare che smartphone con batterie ormai usurate non si spegnessero all’improvviso, ma secondariamente provocava anche un sensibile rallentamento nelle prestazioni.
Il problema però era rappresentato dal fatto che tutto ciò non è stato inizialmente esplicitato né spiegato agli utenti, sollevando quindi scontento e accuse di obsolescenza programmata, pratica imputata da anni a molti produttori e volta a incentivare le vendite dei nuovi prodotti attraverso malfunzionamenti voluti in quelli più datati. La stessa DGCCRF ha comunque spiegato la scorsa settimana di non aver riscontato comportamenti riconducibili all’obsolescenza programmata tout court, ma di aver invece multato Apple per “pratiche commerciali ingannevoli per omissione”.
Negli ultimi anni comunque l’attenzione sugli argomenti inerenti la durata nel tempo dei dispositivi elettrici ed elettronici in generale è diventata assai più alta. Quanto accaduto dunque non ha mancato di sollevare polemiche, prima sui social e poi sulla stampa, che hanno poi spinto Apple ad apportare alcuni correttivi, prima ammettendo l’esistenza del meccanismo di regolazione sugli smartphone più datati, poi rilasciando l’aggiornamento iOS 11.3 che introduceva la possibilità di attivare o disattivare la funzione incriminata e infine avviando un piano di sostituzione economico che consentiva ai possessori di iPhone 6 e successivi di sostituire la batteria usurata con una nuova.
Il danno d’immagine però ormai era fatto e soprattutto l’attenzione di organizzazioni di consumatori e autorità del settore era stata richiamata. In Francia infatti proprio l’associazione francese HOP (Halte à l’Obsolescence Programmée), decise di presentare denuncia all’autorità garante d’Oltralpe, che si è pronunciata in queste ore. Dal canto suo Apple ha deciso di pagare ma tramite una nota sul sito ufficiale francese e le dichiarazioni di un portavoce, ha rigettato qualsiasi accusa di obsolescenza programmata, come detto non confermate nemmeno dalla DGCCRF.