Famiglie e pensionati sono due delle priorità dalle quali il governo ha deciso di ripartire nel 2020. È la linea tracciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha presieduto il Tavolo su occupazione e welfare a Palazzo Chigi, nel corso del quale ha affermato che “il sostegno alla famiglia è un’assoluta priorità del governo già per il 2020”. Ha inoltre elencato una serie di obiettivi da perseguire: “Il riordino e il potenziamento delle misure attualmente esistenti e l’introduzione di strumenti ancora più efficaci a sostegno della famiglia, con particolare attenzione ai nuclei numerosi e a basso reddito“. Nei prossimi giorni, poi, partiranno incontri su cinque argomenti specifici: salario minimo e rappresentanza sindacale, equo compenso e lavoro autonomo, pensioni; occupazione, formazione e ammortizzatori sociali; sicurezza sul lavoro, disabilità e non autosufficienza.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato i ministri del Lavoro, Nunzia Catalfo, della Famiglia e le Pari opportunità, Elena Bonetti, dello Sport, Vincenzo Spadafora, delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, i sottosegretari all’Economia, Pier Paolo Baretta, al Lavoro, Francesca Puglisi, e una rappresentanza di parlamentari delle varie forze di maggioranza, Conte ha anche sollecitato “un approfondimento già questa settimana per definire un percorso condiviso che tenga insieme sia il ddl Delrio, in esame alla Camera, che il ddl che la ministra Bonetti si appresta a presentare in tema di misure a sostegno della famiglia. L’approfondimento tra le forze politiche e i ministri Bonetti e Catalfo dovrà definire una strategia integrata che, pur attraverso due strumenti normativi, definisca un complessivo Family Act“.
Con la riscrittura dell’Agenda 2023, l’esecutivo punta, tra le altre cose, anche su progetti già annunciati ma non ancora avviati, su tutti il superamento di Quota 100 e della legge Fornero sulle pensioni e, soprattutto, l’assegno unico per i figli. La commissione Affari sociali della Camera dovrebbe iniziare a votare già da domani (ma si prospetta un nuovo rinvio) la proposta di legge delega del Pd, mentre il ministro della Famiglia, Elena Bonetti, ha annunciato a giorni il Family Act, un disegno di legge più organico che dovrebbe contenere anche altri interventi, dalla conciliazione dei tempi di vita e lavoro alla revisione dei congedi parentali. Su quest’ultimi, il Pd rilancia la proposta di estendere da 5 a 6 mesi il congedo obbligatorio, prevedendo che siano i papà a utilizzare un mese, mentre per loro oggi sono previsti 7 giorni.
Spetterà al ministro Nunzia Catalfo, insieme alla collega alla Famiglia, trovare una sintesi. Intanto, i sindacati restano in pressing sulle pensioni e al termine del secondo incontro tecnico al ministero del Lavoro chiedono risposte più concrete a partire dalle risorse a disposizione per disegnare un sistema più flessibile di uscita. Per Cgil, Cisl e Uil resta irricevibile qualunque proposta che preveda l’uscita anticipata con il ricalcolo degli assegni, che porterebbe a perdite fino al 30% per i lavoratori. Tra le richieste c’è quella di mantenere nella previdenza i fondi non spesi per Quota 100 che, per i sindacati, da soli non sarebbero comunque sufficienti. Il governo è intenzionato a mettere a punto una riforma che, secondo il viceministro Antonio Misiani, potrebbe scattare già dal 2021, chiudendo con un anno di anticipo Quota 100, se si trovasse l’accordo.