Chen Quishi era entrato nella città focolaio il 24 gennaio per documentare ciò che vedeva. Da giovedì l'avvocato 34enne ha smesso di rispondere a chiamate e messaggi
Aveva intervistato cittadini di Wuhan, li aveva ripresi nei giorni in cui la diffusione del coronavirus era già diventata un caso internazionale. Era entrato nelle città focolaio lo scorso 24 gennaio poco che la città era stata isolata, e da allora aveva iniziato a documentare ciò che vedeva. Ma di Chen Qiushi, avvocato e ‘citizen journalist’ 34enne, non si hanno più notizie da giovedì, giorno in cui è stato messo in quarantena. Il ragazzo, secondo quanto scrivono diverse testate internazionali fra cui Cnn e Washington Post, dal 6 febbraio ha smesso di rispondere a chiamate e messaggi e la cosa ha innescato una campagna online per rintracciarlo. Secondo quanto riferito da amici e parenti, potrebbe essere stato costretto al silenzio.
Il 34enne, convinto che avrebbe comunque attirato l’attenzione delle autorità, aveva dato ad alcuni amici l’accesso ai suoi profili online chiedendo loro di cambiarne le password se non avessero avuto sue notizie per più di 12 ore. Stando a suoi conoscenti, durante il fine settimana le autorità hanno detto ai familiari che Chen è stato messo in quarantena forzata in una località tenuta riservata.
A essere silenziato nelle scorse settimane era stato di certo Li Weinliang, l’oftalmologo di Wuhan che tra i primi aveva dato l’allarme sul corononavirus e che è morto il 6 febbraio. La polizia, che aveva intercettato la chat in cui il medico condivideva con altri colleghi gli esami di pazienti contagiati, si era presentata a casa sua, intimandogli di non turbare l’ordine pubblico con quelle “attività illegali”. Dopo la sua morte le autorità hanno annunciato un risarcimento di 114mila dollari.