È arrivato al Ditan Hospital di Pechino, dedicato alla cura della polmonite dal coronavirus, e si è sottoposto per la prima volta in pubblico alla misurazione della temperatura corporea. Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che la situazione in Cina al momento “resta molto grave”, ma è convinto che Pechino uscirà dall’emergenza “vittoriosa”. Nel Paese intanto è scoppiato il caso di Chen Qiushi, ‘citizen journalist’ che da giovedì non dà più sue notizie, mentre a Hong Kong le autorità sono alla ricerca di due persone fuggite dalla quarantena. Airbnb ha comunicato la sospensione di tutte le prenotazioni a Pechino dal 7 al 29 febbraio e il Regno Unito, dove altre 4 persone sono risultate contagiate dal virus, parla di “minaccia seria e imminente per la saluta pubblica”. Sulla Diamond Princess, ancora in isolamento in Giappone, i contagiati salgono a 135 e una italiana a bordo ha riferito che ogni 4 ore tutti i passeggeri devono misurarsi la febbre e informare l’equipe medica “nel caso in cui la temperatura corporea superi i 37,5 gradi”.
Dagli Stati Uniti Trump, parlando coi giornalisti, ribadisce la convinzione già espressa su Twitter nei giorni scorsi. “Il caldo, in linea di massima, uccide questo tipo di virus. Molti pensano che sparirà ad aprile, con il caldo”. Una teoria smontata da Peter Hotez, medico della National School of Tropical Medicine al Baylor College of Medicine, in Texas. “Sarebbe azzardato ritenere che la situazione si calmerà in primavera e in estate. Non comprendiamo del tutto la base della stagionalità e non sappiamo assolutamente nulla di questo virus specifico”, ha aggiunto. “La sua speranza è la nostra speranza”, ha detto il dottor William Schaffner, esponente di rilievo del Vanderbilt University Medical Center. “Ma non sappiamo se andrà così”.
Sulla nave giapponese salgono i contagi – Con 66 altri nuovi casi confermati, sono ora 135 le persone contagiate dal coronavirus sulla Diamond Princess, la nave da crociera ormeggiata in quarantena al porto di Yokohama, in Giappone. Tra loro nessun italiano dei 35 a bordo, 25 membri di equipaggio e 10 passeggeri. Tra i nuovi contagiati ci sono 45 giapponesi, 11 americani, quattro australiani, tre filippini e uno di Canada, Gran Bretagna e Ucraina. Il ministro giapponese della Salute, Katsunobu Kato, ha spiegato che le autorità giapponesi stanno valutando la possibilità di condurre test per il coronavirus su tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio ancora a bordo della Diamond Princess. Attualmente sulla nave si trovano circa 3.700 persone, tra cui anche 35 italiani. “Ogni anima su questa nave è provvista di un termometro personale da usare e auto testarsi ogni 4 ore informando subito l’equipe medica, nel caso in cui la temperatura corporea superi i 37,5 gradi”, ha scritto sui social Allegra Viandante, pseudonimo usato da una passeggera italiana. Inoltre, aggiunge, “si continua incessantemente a testare le persone, ad oggi altri 336 campioni sono stati prelevati”.
Regno Unito – Altre quattro persone sono state trovate positive al coronavirus in Inghilterra portando ad 8 le persone contagiate. Il professor Chris Whitty, chief medical officer for England, ha spiegato che tutte le persone affette dal nuovo virus sono “entrate in contatto con il primo infetto britannico che si era ammalato in Francia“. Qui, in particolare in Alta Savoia, ci sono ancora cinque britannici contagiati a causa di contatti con un altro turista che l’aveva contratto a Singapore.
Operatori sanitari a Wuhan – Nella città epicentro dell’epidemia sono arrivati in un solo giorno 5.787 operatori sanitari. Lo scrive l’agenzia ufficiale cinese Xinhua, precisando che i medici sono arrivati ieri su 41 voli charter, nel più massiccio invio di personale sanitario in un solo giorno. Gli operatori sanitari provengono da oltre una dozzina di province e municipalità in tutta la Cina e sono già stati distribuiti negli ospedali di Wuhan e della provincia di Hubei. Fra il 24 gennaio e il 9 febbraio sono arrivati a Wuhan 124 voli charter dal resto della Cina con a bordo un totale di 17mila operatori sanitari e 155 voli con 2.205 tonnellate di aiuti.
Le fake news – Ce n’è una che afferma che il virus sia un’arma biologica creata dagli Usa per colpire la Cina, e a diffonderla sono stati dei siti russi fortemente pro Cremlino. Lo afferma un rapporto della Atlantic Foundation’s Digital Forensic Research Lab, un centro studi specializzato, che ricorda come già in passato la propaganda di Mosca abbia usato epidemie, come quella di Aids, per attaccare gli Stati Uniti. Le teorie cospirazioniste emerse dall’inizio dell’epidemia, spiega al sito Medium.com il ricercatore Eto Buziashvili, sono due, una che afferma che il virus sia stato diffuso volontariamente dagli Usa per vendicarsi della guerra commerciale in corso e un’altra che afferma che la diffusione sia un test per verificare la preparazione della Cina ad una guerra batteriologica. “Le notizie che incolpavano gli Usa per il coronavirus prima sono apparse su siti marginali pro-Kremlino – spiega l’esperto – e poi si sono diffuse sui media governativi, tra cui Pravda e il quotidiano Izvestia, tra i politici russi e sulle piattaforme social incluse YouTube e VKontakte“. Il fenomeno, sottolinea il rapporto, ricorda quanto avvenuto negli anni ’80 in coincidenza con l’emergere del virus Hiv, con una campagna orchestrata da agenti governativi chiamata Operation Infektion che affermava che il virus fosse stato deliberatamente diffuso dagli Usa, partita da un piccolo giornale indiano che poi si è scoperto essere finanziato dall’Urss.