Piero Pelù ha firmato un accordo con vincolo di riservatezza per risarcire Matteo Renzi con 20mila euro. Sotto accusa la frase pronunciata sul palco del concertone del Primo maggio 2014, quando definì l’ex premier “il boy scout di Licio Gelli“. Il patto è stato siglato, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, poco prima che il cantante si esibisse al Festival di Sanremo dove si è classificato al quinto posto. Di conseguenza la querela presentata dal leader di Italia viva ad aprile scorso è stata ritirata.
Il rocker di Firenze dal palco di piazza San Giovanni a Roma aveva infatti attaccato l’allore premier definendolo “il non eletto” e appunto “il boy scout di Licio Gelli”, paragonandolo così al faccendiere e maestro venerabile della loggia massonica P2. “Deve capire”, aveva continuato Pelù, “che in Italia c’è un grande nemico ed è un nemico interno, è la corruzione, la disoccupazione, il voto di scambio, la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi stessi. Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro”. Pelù aveva anche attaccato l’acquisto dei caccia F35: “Le spese militari per gli F35 rubano i soldi alla scuola e agli ospedali”. Matteo Renzi ha aspettato di non ricoprire più il ruolo di presidente del Consiglio e, cinque anni dopo, ad aprile 2019, lo ha querelato per diffamazione.