Sono queste le parole scelte dalla giudice Matilde Campo per definire i requisiti che portarono, ad agosto 2017, Francesco Carmelo Vazzana alla guida dell'agenzia regionale per la protezione ambientale. Oggi, però, Vazzana si è dimesso
“Assai blandi”. Sono queste le parole scelte dalla giudice Matilde Campo per definire i requisiti che portarono, ad agosto 2017, Francesco Carmelo Vazzana alla guida di Arpa Sicilia, l’agenzia regionale per la protezione ambientale. Oggi, però, Vazzana si è dimesso. La decisione segue la sentenza del tribunale di Palermo che ha stabilito l’illegittimità della nomina fatta dalla Regione Siciliana, quando alla guida del governo c’era ancora Rosario Crocetta.
A rivolgersi alla giustizia è stato uno dei pretendenti al ruolo di direttore, convinto di essere stato scartato ingiustiamente. A protestare contro la nomina di Vazzana, che era stata ratificata dall’assessore all’Ambiente del tempo Maurizio Croce, era stato anche il Movimento 5 Stelle, secondo cui il curriculum del 52enne nativo di Reggio Calabria non era adeguato. Ed è proprio sul profilo professionale che la giudice si è soffermata, specialmente per quanto concerne l’esperienza in attività direttive che implichino responsabilità nella gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie.
Vazzana, al momento di presentare la propria candidatura, vantava l’essere stato amministratore unico di una società privata. “Raffrontando i curriculum vitae del ricorrente e quello del resistente – si legge nella sentenza – emerge con chiarezza che difetti un’esternazione delle ragioni per cui una singola esperienza di amministratore unico di una società privata sia stata ritenuta più meritevole delle numerose e diversificate esperienze di direzione tecnica e amministrativa documentate da un altro candidato”.
A suo tempo la Regione, che adesso dovrà indire una nuova procedura di selezione, aveva spiegato la scelta di Vazzana sottolineandone “la competenza professionale e trasversale”. Motivazioni che però non sono state ritenute sufficienti. Ma non solo. La giudice ha ritenuto anche che la scelta del 52enne sia avvenuta omettendo “una effettiva valutazione di tutti gli altri aspiranti”.
Vazzana, questa mattina, ha dato la notizia al personale dell’Arpa con un collegamento video: “Da questo momento non sono più il direttore generale di Arpa Sicilia – ha detto rivolgendosi ai dipendenti dell’agenzia – È stata una sentenza a mio dire abbastanza originale e ricorrerò subito in appello con la richiesta di sospensiva. La mia assenza potrà potrarsi per poco tempo, per tanto o per sempre. Vi chiedo principalmente di continuare a credere in tutto quello che abbiamo fatto in questi due anni e mezzo perché mollare in questo momento – ha aggiunto – sarebbe un piccolo disastro. Se fosse dipeso da me sarei rimasto qui fino alla mia pensione”. Per Vazzana, il 2020 non è iniziato sotto i migliori auspici. A fine gennaio, l’ormai ex direttore di Arpa Sicilia è stato condannato in Calabria dalla Corte dei conti, in una vicenda riguardante la gestione di fondi per la mitigazione del rischio idrogeologico. I giudici contabili lo hanno ritenuto responsabile, insieme a Carmelo Percolla, oggi commissario straordinario dell’ex Provincia di Siracusa e del Comune di San Pietro Clarenza (Catania), di un danno erariale per quasi tre milioni di euro.