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Stormfront, 24 condannati per incitamento all’odio razziale, minacce e violazione della legge Mancino. Pene da 1 a 3 anni e 10 mesi

Lo ha deciso il Tribunale di Roma dopo sei ore di camera di consiglio. Roberto Saviano, l'ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, l'Unione delle comunità ebraiche e la comunità ebraica di Roma si sono costituiti parti offese nel procedimento
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Condanne da un anno a tre anni e dieci mesi di reclusione per 24 persone che, tra il 2011 e il 2012, avevano pubblicato nella sezione italiana del forum di estrema destra Stormfront messaggi contro immigrati, ebrei e alcuni personaggi pubblici. Lo ha deciso il Tribunale di Roma dopo oltre sei ore di camera di consiglio, ritenendo gli imputati colpevoli a vario titolo di incitamento all’odio razziale, minacce e violazione della legge Mancino. Roberto Saviano, l’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, l’Unione delle comunità ebraiche e la comunità ebraica di Roma si sono costituiti parti offese nel procedimento.

L’ex prima cittadina dell’isola siciliana, conosciuta a livello nazionale per il suo impegno in difesa degli immigrati, era uno dei personaggi pubblici che aveva attirato il maggior numero di attacchi da parte dei membri del forum che sostiene il suprematismo bianco. In particolare, dopo un’intervista in cui auspicava lo sbarco di migranti a Lampedusa, in contrapposizione al rischio di nuove morti in mare, Nicolini aveva ricevuto numerose minacce: “Meriterebbe che la sua casa venisse derubata, dopodiché data alle fiamme e che venisse stuprata da un’orda di subumani che tanto ama” è solo uno dei messaggi pubblicati sul sito.

Saviano, invece, era stato preso di mira per le sue origini ebraiche e per aver difeso i braccianti che hanno preso parte, nel 2010, alla rivolta di Rosarno: “Mi hanno chiamato ‘ebreo Saviano’ – ha detto in aula l’autore di Gomorra -, come se la parola ‘ebreo’ fosse un marchio di fabbrica infamante, e hanno commentato in modo diffamatorio e manipolatorio quanto scritto in alcuni articoli, tra cui quello sul New York Times in cui sottolineavo, riferendomi alla rivolta di Rosarno del 2010, il coraggio degli immigrati africani, aggrediti dai caporali della ‘ndrangheta, contro le mafie, e il silenzio degli italiani”.

La disposizione di una serie di provvisionali in favore delle parti lese ha soddisfatto Nicolini che ha spiegato: “Siamo molto soddisfatti, perché è vero che non si combatte solo con la repressione, ma è importante che questi personaggi capiscano che si paga un prezzo. Io ho sempre percepito la pericolosità reale di queste persone”.

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