L’avvocato Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni indagato anche nell’ultima indagine della procura di Milano su presunte attività di depistaggio per condizionare l’inchiesta sul caso Eni-Nigeria, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza. Amara deve scontare un cumulo pena di 3 anni e 8 mesi per le condanne inflittegli nei procedimenti relativi alle sentenze pilotate al Consiglio di Stato e al Sistema Siracusa, indagine che aveva svelato una sorta di accordo tra pm e avvocati per pilotare indagini e fascicoli.
Un anno fa erano arrivate le prime condanne sulle decisioni “pilotate” al Consiglio di Stato. E Piero Amara e l’avvocato Giuseppe Calafiore avevano patteggiato davanti al giudice per l’udienza preliminare Alessandro Arturi una condanna a 3 anni di reclusione il primo e 2 anni e 9 mesi il secondo per l’accusa di corruzione in atti giudiziari. I due erano stati arrestati nel febbraio del 2018 nell’ambito di una operazione congiunta tra le procure di Roma e Messina. Amara, che dopo l’arresto aveva iniziato a collaborare con gli inquirenti, era considerato il “regista” di una serie di episodi di corruzione per aggiustare sentenze anche davanti ai giudici amministrativi. Amara aveva patteggiato anche per il Sistema Siracusa una pena a un anno e due mesi in continuazione con la sentenza di Roma.
L’arresto è scattato dopo che la Cassazione lo scorso 4 febbraio ha dichiarato inammissibile il ricorso di Amara. Il giorno dopo la sentenza i suoi legali hanno chiesto di sospendere l’esecuzione della pena, almeno fino alla pronuncia della Corte Costituzionale sulla Spazzacorrotti, e di consentire ad Amara di chiedere da libero di usufruire delle misure alternative al carcere. Una richiesta che è stata respinta proprio in virtù dell’entrata in vigore della nuova legge. “Se l’ordine di esecuzione è stato emesso dopo l’entrata in vigore della legge – scrivono i pm nel provvedimento di esecuzione della pena – il condannato, per eccepirne l’incostituzionalità, deve entrare in carcere e rimanerci fino alla decisione della Consulta”.