Scherza con gli attaccanti ma lascia stare i figuranti. Da quando 90esimo minuto ha il pubblico alle spalle dei conduttori e degli ospiti, il mondo non è più lo stesso. Una rivoluzione copernicana che nemmeno la canottiera di Achille Lauro. Una mutazione genetica da far rivoltare nella tomba Luigi Necco. La gente comune, quella con i golfini pastello e la pettinatura fatta al volo da Otello, popola lo stanzone di 90esimo in una riedizione horror vacui dell’Oviesse. Abulici, spaventati, assonnati, distratti. Ma anche: ammiccanti, conturbanti, autentiche star improvvisate del tubo catodico digitale. Perché ha un bel da caricarsi a molla Enrico Varriale, ma il fascino della sua trasmissione è finito lì, tutto dietro di lui, oltre le orecchie e gli occhiali firmati con leggere nuance arcobaleno sul naso.

Visto che tanto i gol della domenica non li vedi nemmeno con il lanternino, che le opinioni flash di Luca Toni hanno la profondità di uno schema d’attacco del Forlimpopoli, che le apparizioni di Gianni Cerqueti escono dal Nosferatu di Murnau, meglio concentrarsi sugli scaldasedia. Vagamente sfuocati. Amabilmente fuori posto. Intensamente propositivi. Non degli Alessandro Cocco qualsiasi. Dietro ai tailleur castigatissimi di Simona Rolandi, ad esempio, vive e prospera una micro colonia di figure fuoriuscite da un quadro di Bruegel. In basso a destra, dietro la manica, una signora tutta in spolvero con occhi azzurri madreperla, sembra come attirata da un lontano faro magnetico. La Rolandi continua a parlare guardando in camera ma la signora è sempre fissa ad osservare qualcosa che scavalca completamente la zazzera di Toni. Che Varriale si sia cambiato velocemente camicia e le signore in studio non riescano a reggere l’emozione? Difficile capirlo.

Anche perché il signore calvo che sta seduto sopra la madreperlata guarda completamente dalla parte opposta. Fuori campo. Dove ci sono i macchinisti e gli assistenti di studio. Rolandi si riprende un primo piano e il tizio è ancora lì a guardare oltre le mura. Ora di aperitivo. L’omino anela allo spritz. Ma anche patatina e olivina. Magari la Rai offre pure qualcosa. Poi c’è il ragazzo di origine africana. 90esimo multiculturale. Sta appollaiato sopra la spalla destra della Rolandi. Qualche settimana fa era poco dietro la pelata di un ospite. Sempre con maglioni a collo alto. Sempre lo sguardo rivolto verso il basso. Direzione tacchi Rolandi. Ma anche: non ho cotto la cicoria e stasera che mangio? L’insofferenza di questo martire di 90esimo è palpabile. Non c’è iroso dirigente sportivo del Napoli o Rocco Commisso che tenga. La disperazione per la cena a casa priva di contorni pronti è un pensiero insopportabile.

Cambi parte di studio ma la musica, anzi le facce non cambiano. Quello che accade alle spalle di Enrico Varriale supera emotivamente qualsiasi gol della Spal o la vittoria di Diodato all’Ariston. Per parecchie settimane il nostro ha avuto lo sfondo popolato da certe sventole da far paura. Magari un po’ avanti con l’età, ma tutte signore affascinanti. Non si capisce se la scelta dell’assistente di studio volesse perculare un po’ il Varriale, modello le belle e la bestia. Ma se un indizio è pura congettura, due indizi a casa di Kitikaka fanno una prova. Ebbene ecco che dietro al conduttore sbuca Valentina Nappi. Una roba da non crederci. Dietro il gomito sinistro il fumantino giornalista Rai ha sì un bel ragazzone con occhi verdi e camicia colorata Honolulu. Ma colei che sta a sedere poco sopra il manzolone, e appena dietro i ricciolini del conduttore, è Valentinona nostra in versione “porn glasses”. Occhiale a goccia chiaro come quel gran gnocco del governatore Bonaccini, l’ammaliante Valentina occhieggia verso gli spettatori come una vera vamp. La crisi della Roma? Ma che scherziamo? I gol di Ramirez? Chi? Tutti vogliono solo l’inquadratura di Varriale per poter sognare con la bella Valentina. Ancora un tre quarti voluttuoso. Ancora un movimento di labbra strette che nemmeno la Mazzamauro in Fantozzi. 90esimo minuto è servito. Altro che primi piani. Qui vale lo sfondo.

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