L'operazione si è svolta nella capitale e nelle province di Viterbo, Terni, Padova e Lecce, ma anche in Spagna e in Austria. Sequestrati beni per 15 milioni. Risolti anche cinque delitti avvenuti negli anni '80, che vedono coinvolto Nicitra - già in carcere per altri reati - allo scopo di consolidare il suo potere criminale
Un’ampia operazione dei carabinieri del comando provinciale di Roma ha portato al sequestro di beni per 15 milioni e all’arresto di 38 persone, accusate di far parte di un’associazione a delinquere capeggiata da un ex boss della Banda della Magliana. Si tratta di Salvatore Nicitra, già in carcere per altri reati: secondo gli investigatori, ha monopolizzato nel corso degli anni l’area a nord della capitale, assumendo con modalità mafiose il controllo del settore delle apparecchiature per il gioco d’azzardo nelle attività commerciali di Roma e provincia. Le indagini dei carabinieri hanno consentito anche di risolvere cinque “cold case”, delitti avvenuti negli anni ’80.
Quattro di questi delitti sono avvenuti nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni ’80 e uno all’interno dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Per gli inquirenti i casi vedono coinvolto Salvatore Nicitra allo scopo di consolidare il suo potere criminale nei quartieri romani di Primavalle, Casalotti, Montespaccato, Monte Mario, Cassia ed Aurelio. Si tratta dell’omicidio di Giampiero Caddeo, del duplice omicidio di Paolino Angeli e di Roberto Belardinelli, dell’omicidio di Valentino Belardinelli e del tentato omicidio di Franco Martinelli. Nicitra è attualmente in carcere, arrestato dai carabinieri nel giugno 2018 nell’indagine Hampa, in cui fu arrestato anche Franco Gambacurta.
L’operazione è iniziata all’alba e si è svolta nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova e Lecce, ma anche in Spagna e in Austria. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari di Roma su richiesta della direzione distrettuale antimafia della procura della capitale. Sono stati sequestrati beni per 15 milioni di euro, che gli investigatori ritengono siano stati utilizzati per la commissione dei reati o acquisiti con proventi illeciti.