Il Governo ha ribadito ai commissari di Air Italy “la sua forte irritazione” per le modalità di gestione della crisi che ha portato ieri gli azionisti a mettere in liquidazione la compagnia, senza il coinvolgimento delle istituzioni. “Ai rappresentanti dell’azienda – si legge in una nota – è stata avanzata la richiesta di esplorare percorsi alternativi alla liquidazione in bonis in grado di garantire le maggiori tutele possibili ai lavoratori, oltre alla continuità dei voli“. È questo l’esito dell’incontro che si è tenuto questa mattina al ministero dei Trasporti, dove Paola De Micheli ha incontrato i liquidatori della società, Franco Maurizio Lagro ed Enrico Laghi. Che, come emerso questa mattina, risulta tra gli indagati nell’inchiesta su Alitalia in quanto ex commissario della compagnia di bandiera. Questa mattina una settantina di lavoratori di Air Italy hanno partecipato a un sit-in spontaneo al terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa. Presenti al presidio anche i segretari di categoria dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil. Intanto spunta l’ipotesi di un coinvolgimento di Ryanair: secondo l’Ansa, la compagnia low cost irlandese è pronta a farsi avanti. Maggiori dettagli su quale sia l’interesse di Ryanair sono attesi domani a Milano, dove è stato è stato organizzato un incontro stampa per un aggiornamento sull’Italia. A parlarne ci saranno David O’Brien e Chiara Ravara, rispettivamente chief commercial officer e head of sales&marketing della compagnia low cost irlandese.
La ministra De Micheli, al tavolo insieme alla sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessandra Todde e al presidente di Enac, Nicola Zaccheo, ha presentato ai due commissari liquidatori ” proposte volte a evitare ulteriori difficoltà ai passeggeri e in particolar modo al traffico aereo sulla Sardegna, considerate anche le vigenti garanzie di continuità territoriale”. Con la messa in liquidazione, Air Italy ha disposto già da oggi il fermo tecnico degli aerei: i voli fino al 25 febbraio compreso saranno garantiti da altri vettori, poi scatteranno i rimborsi integrali. “La tensione c’era nella società ma non ci aspettavamo la messa in liquidazione da un giorno all’altro“, ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli a margine di un incontro con gli industriali lombardi a Milano.
“Obiettivo prioritario del Governo è la tutela dell’occupazione, motivo per cui la prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro con i liquidatori, i sindacati e i rappresentanti delle due Regioni coinvolte, Sardegna e Lombardia, per un ulteriore approfondimento delle proposte oggi avanzate”, comunica il ministero nella nota. I commissari della compagnia, specifica ancora il Mit, hanno confermato l’intenzione dei soci di Air Italy di rispettare gli impegni assunti con tutti i fornitori. La ministra De Micheli ha infine confermato “l’intenzione, più volte manifestata, di avviare nel mese di febbraio, in collaborazione con Enac, la definizione di un nuovo Piano Aeroporti nonché di procedere alla revisione delle regole del trasporto aereo, anche alla luce dell’evidente contraddizione tra la crescita del mercato e le difficoltà delle aziende del settore“.
La crisi di Air Italy è stata ufficializzata martedì tra Milano e Doha in un’assemblea dei soci: Akfed del principe ismaelita Aga Kahn che detiene il 51% e Qatar Airways con il 49 per cento. Un’assemblea che ha preso atto di un 2019 con una perdita di 200 milioni di euro: da qui la decisione di mettere la società in liquidazione, rinunciando a un nuovo rilancio. Per il sistema italiano del trasporto aereo significa la perdita di circa 1200 posti di lavoro tra Olbia, dove la compagnia ha sede dal 1963 pur con vari riassetti, e Milano Malpensa, base operativa strategica per le mire internazionali della società.
Proprio al terminal 1 del principale aeroporto lombardo si sono riuniti questa mattina i lavoratori che “hanno dato vita ad un sit-in spontaneo per rendere pubblico il disagio che stanno vivendo. Per il momento non ci sono passeggeri che hanno avuto disagi perché la società sta facendo volare gli aerei a noleggio. Questa mattina, inoltre, agli imbarchi è stato distribuito un volantino con il quale si spiega l’accaduto e si cerca di tranquillizzare i viaggiatori”. Ancora una volta il “governo arriva in ritardo. Nutriamo speranze in una soluzione diversa ma il problema è che la crisi è molto ampia e riguarda tutto il settore”, dice il segretario territoriale della Filt-Cgil di Varese, Luigi Liguori.
“La vana retorica dei rappresentanti istituzionali che cadono dal pero e fanno finta di non conoscere la situazione, da noi denunciata da mesi, fa solo ribollire il sangue ai 1.200 lavoratori, di cui 500 sardi, che sarà impossibile ricollocare in un tessuto economico tra i più poveri d’Europa”. È lo sfogo di Marco Bardini, leader regionale dell’Anpav, l’associazione nazionale degli assistenti di volo, e dipendente di Air Italy. “Noi non ci rassegniamo”, avverte a nome di tutti i lavoratori. “Con gli equipaggi che rientrano da mezzo mondo, fuori servizio con altre compagnie – dice Bardini – non ci sono parole per descrivere il nostro stato d’animo di questo momento”. Ma non è da meno la volontà di lottare. “Si attivi subito un tavolo interministeriale al Ministero dello Sviluppo Economico, con quello dei Trasporti e del Lavoro e con la vigilanza della Regione Sardegna e Lombardia – chiede Anpav Sardegna – per mettere in sicurezza i lavoratori e le loro famiglie fino a che non sarà trovata una soluzione“.
Dal consigliere regionale sardo del Pd, il gallurese Giuseppe Meloni, arriva invece la richiesta di valutare “la possibilità che la Regione Sardegna possa entrare a far parte del capitale sociale di Air Italy”. Quella dei democratici sardi “è una proposta esplorativa“. Ma comunque, spiega Meloni, è “una strada percorribile, se non altro perché un partner affidabile come Qatar Airlines ha già annunciato di prendere in considerazione di proseguire, anche se non può superare il 49% nella compagine societaria, mentre il socio al 51% Alisarda ha annunciato di non voler continuare“. Insomma, secondo il consigliere Pd, “la Regione dovrebbe valutare questa possibilità prendendo ad esempio il modello Corso“. A quali condizioni? “La ristrutturazione del debito non può essere a carico della parte pubblica per motivi normativi, ma il quadro dovrebbe essere certo, con un piano industriale nuovo, un management adeguato alle nuove sfide di mercato che non saranno più a lungo raggio ma nazionali da e per la Sardegna”. Questo sarebbe anche il modo, sottolinea Meloni, “per salvare la continuità territoriale: l’alternativa sarebbe il rischio di perderla perché senza Air Italy, Alitalia dovrebbe essere autorizzata a poter svolgere la continuità in Sardegna, autorizzazione che non credo possa arrivare“.