Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, ospite della prima puntata della nuova stagione di Fake–La Fabbrica delle notizie condotto da Valentina Petrini mercoledì 12 febbraio alle 23:30 sul Nove, interpellato da Momoka Banana, ragazza nata a Roma da genitori di origini cinesi proprietari di un ristorante che sta registrando forti cali negli affari, e che sta ricevendo un’ondata di insulti sui social e per strada, risponde sul tema del coronavirus e dell’allarmismo incontrollato, dato anche dai titoli di molti giornali. “Faccio due osservazioni. La prima è che la mamma di tutte le fake news su questo caso non l’hanno fatta i giornali italiani, ma il governo cinese che ha negato, minimizzato…- inizia Sallusti – Questa più che una tragedia sanitaria è una tragedia del comunismo, come lo fu Chernobyl, che non fu una tragedia del nucleare… Laddove manca la libertà, la democrazia, la libertà di pensiero, il virus si annida ovunque”. La paura, secondo il direttore, “non è razzista”, perché non è contro Momoka “in quanto cinese”, ma va “rispettata e smontata con le dovute maniere”. “Non si può dire che chi ha paura è un razzista continua – Chi ti insulta è un cretino”. Alla domanda sulla responsabilità dei titoli Sallusti non ha dubbi: “Sono delle semplificazioni”. Anche Luca Telese, ospite di Valentina Petrini, interviene sul tema: “La paura non è legittima, la paura mista all’ignoranza è una miscela deflagrante”, ma subito ribatte Sallusti: “Qui non è la paura del diverso, è la paura di un virus”. “Non è vero”, commenta Telese, “è la paura del diverso che si proietta grazie alla follia del virus… L’idiozia della gente che proietta sul diverso, su una minoranza… Quindi io la paura non la giustifico affatto, soprattutto quando è un virus portatore di imbecillità”.