Se un tempo i genitori compravano casa ai figli nella città d’origine, oggi si punta sulle zone con maggiore redditività. Ecco i fattori da considerare
Negli ultimi mesi le famiglie italiane stanno ritrovando l’interesse per il mercato immobiliare residenziale. Come reso noto da un articolo di Immobiliare.it, sono diversi i fattori che hanno contribuito a stimolare gli investimenti nel mattone: si parla non solo della situazione socio- economica, ma anche del boom degli affitti brevi e della stagnazione dei prezzi degli immobili.
Secondo gli esperti del settore, il ramo immobiliare può rappresentare un’opportunità proficua per chi ha a disposizione un budget da investire. È indispensabile, però, valutare con attenzione i costi derivanti dall’operazione e pianificarla al meglio per non incorrere in spiacevoli sorprese.
Concentrandosi sugli affitti brevi, le stime parlano di un guadagno che oscilla tra il 5% e il 10% a seconda delle zone e del tipo di immobile. Come sottolinea Carlo Giordano, AD di Immobiliare.it, prima di concludere una compravendita è fondamentale considerare imposte e spese di gestione: in alcuni casi, infatti, queste ultime possono rivelarsi particolarmente onerose, tanto da scoraggiare i potenziali acquirenti che, pur essendo interessati ad acquistare una casa vacanza da affittare, non avrebbero modo di seguirla in prima persona.
Un altro fattore fondamentale da tenere presente è la redditività del territorio: se fino a qualche anno fa molte famiglie sceglievano di comprare una casa per i figli nella loro città di origine, oggi è importante considerare le opportunità offerte dal mercato del lavoro delle varie zone.
I tagli più appetibili sono i monolocali e i bilocali, che in città come Milano possono garantire margini di guadagno consistenti. Mercato interessante anche in zone come Bologna, Padova, Torino e Catania, mentre nei centri più piccoli investire nel mattone risulta essere decisamente più rischioso.