I dati di Ixè per Cartabianca. La Lega frena la discesa e resta stabilmente prima al 28. Il premier resta il leader più gradito, ma ora ha il fiato sul collo della presidente di Fdi. Il periodo florido della forza sovranista? "Alto tasso di riconferma, capacità di drenare elettori, recupero dall'astensione"
La Lega frena la sua discesa dopo 10 settimane, comunque da primo partito. Il Pd torna sopra il 20 per cento. I Fratelli d’Italia tallonano il M5s, distante solo poco più di due punti. E la stessa Giorgia Meloni, ora, è vista come la leader che può duellare con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che raccoglie ancora la quota maggiore di fiducia, nonostante il gradimento del governo sia in calo. E’ quanto indica il sondaggio settimanale di Ixè per Cartabianca (Rai3).
L’istituto diretto da Roberto Weber, come nelle ultime settimane, stima il Carroccio più basso rispetto agli altri sondaggisti: al 28 per cento, senza variazioni rispetto a sette giorni fa quando aveva registrato il decimo ribasso di fila da novembre. Ora la discesa si blocca. Nel frattempo si avvicina – anche se di molto poco – il diretto inseguitore, il Pd, che con il +0,3 della settimana raggiunge il 20,1. Il superamento della soglia del 20 conferma peraltro quanto indicano altri istituti di rilevazione. La terza forza resta il M5s che però rispetto a una settimana fa lascia sul terreno un altro 0,3 e quindi scende sotto al 15.
Non va altrettanto bene a Italia Viva, inchiodata al 3,2. Spostamenti minimi anche nel campo del centrosinistra: Più Europa è stimata al 2,8 dal 3 di una settimana fa, mentre sale la Sinistra al 3 dal 2,8. Europa Verde è data al 2 (-0,4) e Azione di Carlo Calenda all’1,2 con un arretramento dello 0,4. Tra le formazioni minori del centrodestra, Cambiamo! di Giovanni Toti è allo 0,9, in crescita di un decimale.
La somma aritmetica delle forze politiche darebbe il centrodestra (dalla Lega a Cambiamo!) al 48,3. Il fronte “anti-Salvini” tutto insieme -, dal M5s a +Europa passando per il Pd e Italia Viva, uno scenario al momento come minimo fantasioso – sarebbe al 47,2. Più in particolare il centrosinistra (Pd e alleati) sarebbe intorno al 25 e il polo “liberaldemocratico” di Renzi, Calenda e Bonino al 7.