È quanto emerge dalla comunicazione inviata a sindacati e ministero del Lavoro. "Segnali preoccupanti - ha detto Cristiano Ardau, di UilTucs - speriamo solo che si tratti di un passaggio per il rilancio e non dell’anticamera del licenziamento". Il gruppo: "Queste non sono aperture di mobilità"
Domani l’incontro a Roma, oggi l’annuncio che ha colto di sorpresa i sindacati per quella che è stata definita una “doccia fredda“: nel passaggio degli ipermercati da Auchan a Conad, dal gruppo Margherita è arrivata la richiesta di cassa integrazione per il 60% della forza lavoro, 5.323 dipendenti su un totale nazionale di 8.873. È quanto emerge dalla comunicazione che il gruppo ha inviato a sindacati e ministero del Lavoro. “Segnali preoccupanti – ha detto all’Ansa Cristiano Ardau (UilTucs) in vista dell’incontro di domani a Roma – speriamo solo che si tratti di un passaggio per il rilancio e non dell’anticamera del licenziamento. “Si stanno delineando i negozi che passeranno dalla rete Auchan a Conad o ad altri e la richiesta di cig è per dare continuità di reddito nei periodi di ristrutturazione dei negozi, ovvero di cambio insegne e di layout interno” ha fatto sapere Margherita distribuzione a proposito della comunicazione che il gruppo ha inviato a sindacati e ministero del lavoro. “Avvertire che ci sia la possibilità di cig, che riguarderà i lavoratori in tempi diversi e per durate differenti, mano a mano che i negozi faranno il passaggio – ha spiegato Margherita – è un obbligo di legge, in ogni caso in Sardegna non chiuderanno dei negozi. D’altra parte la situazione ha una complessità ulteriore, perché c’è il tema dell’antitrust, dal momento che Auchan e Conad sono i due principali marchi di gdo, quindi si deve fare attenzione a non creare situazioni non corrette. Queste non sono aperture di mobilità – viene precisato – come invece è accaduto a Milano e in altre sedi organizzative sul territorio“.
La comunicazione da parte di Margherita Distribuzione è arrivata ieri. In Sardegna sono coinvolti i 435 dipendenti dei 725 totali delle Città mercato di Cagliari, di Olbia e di Sassari. “Ad oggi manca ancora chiarezza sul piano industriale di rilancio di un’azienda che continua a perdere fatturato senza alcun investimento se non la sorpresa sulla richiesta di Conad di collocare i dipendenti in cassa integrazione – afferma Nella Milazzo, segretaria generale di Filcams-Cgil Sardegna – Non vorremmo che la cassa integrazione prevista per tutto il 2020 sia l’anticamera di licenziamenti nel 2021″. All’attacco anche la Cisl. “Questa vertenza si sta contraddistinguendo per tinte nere quasi da film horror per l’atteggiamento chiuso di Conad che al tavolo delle trattativa si rifiuta di dare risposte concrete sul futuro dei lavoratori – afferma Giuseppe Atzori, leader in Sardegna della Fisascat-Cisl – Siamo in attesa da mesi della delibera definitiva dell’Antitrust sulle 101 sovrapposizioni, verdetto che porta ulteriore incertezza sul piano di ristrutturazione aziendale che potrebbe vedere Conad dover cedere a terzi i negozi Auchan con ulteriori esuberi”. Tutti compatti. “È l’ennesimo colpo di scena di Conad su un’acquisizione nata male che sta finendo peggio” hanno denunciato le sigle. “Il numero dei lavoratori collocati in cassa integrazione è inaccettabile e minerebbe allo stesso buon andamento degli ipermercati – afferma ancora Ardau della UILTuCS – In Sardegna i 4 ipermercati perdono continuamente fatturato e clienti con lavoratori ormai disperati, inermi ad un disastro annunciato che li vedrà subire lo scotto maggiore“.