Per l’accusa il Cavaliere ha pagato il pianista senese Danilo Mariani per indurlo a falsa testimonianza sul caso Olgettine. Per Mariani il pubblico ministero ha chiesto 4 anni e 6 mesi, anche per il reato di falsa testimonianza oltre a quello di corruzione in atti giudiziari
Quattro anni e due mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari. È la richiesta del pm di Siena, Valentina Magnini, nei confronti di Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Ruby ter in corso nella città del Palio. Per l’accusa il Cavaliere ha pagato il pianista senese Danilo Mariani per indurlo a falsa testimonianza sul caso Olgettine. Per Mariani il pubblico ministero ha chiesto 4 anni e 6 mesi, anche per il reato di falsa testimonianza oltre a quello di corruzione in atti giudiziari. Dopo la richiesta dell’accusa, sono previste le arringhe dei difensori dell’ex presidente del Consiglio, avvocati gli Federico Cecconi ed Enrico De Martino, di fronte al collegio del tribunale di Siena presieduto dal giudice Ottavio Mosti. Questo stralcio del processo Olgettine era stato trasferito a Siena dopo lo ‘spacchettamento’ deciso dal gup di Milano nell’aprile 2016. Il filone principale resta a Milano mentre altre posizioni, con sempre l’ex premier imputato, sono state trasferite a Torino, Pescara, Treviso, Roma e Monza.
Il 12 settembre scorso il tribunale di Siena aveva respinto la richiesta della procura di ascoltare come testimoni alcune giovani che avevano preso parte alle feste ad Arcore. Tra le giovani, in tutto cinque, che la procura aveva chiesto, mesi fa, che testimoniassero, figurava anche Imane Fadil, morta a marzo scorso. Il pm Valentina Magnini aveva chiesto di ammetterle affinché potessero testimoniare la presenza effettiva di Mariani ad Arcore. Ma il collegio cinque mesi fa aveva respinto la richiesta perché la loro testimonianza è stata ritenuta “non necessaria, avendo già testimoniato in altri processi con sentenze passate in giudicato“. Nell’udienza del 12 settembre venne ascoltato anche un perito di parte della difesa di Berlusconi, il commercialista Andrea Pierini, che, dopo aver analizzato i documenti contabili e gli accertamenti di Gdf e Agenzia delle Entrate, aveva confermato la tesi difensiva secondo cui i bonifici effettuati da Berlusconi a Mariani erano dovuti a prestazioni professionali di musicista e, in quanto tali, portati a tassazione come proventi da lavoro. La difesa dell’ex premier aveva poi rinunciato ad ascoltare in aula tutti i testimoni previsti in lista.
Il successivo 10 ottobre, poi, venne ascoltato Giuseppe Spinelli, contabile dell’ex premier. Alla domanda di uno degli avvocati difensori se ci fossero “state erogazioni a Mariani, in relazione alla sua testimonianza“, Spinelli ha negato categoricamente: “Assolutamente no”. Secondo l’accusa, come detto, i bonifici effettuati da Berlusconi a Mariani come rimborsi spese per circa 170mila euro in tre anni, dal 2011 al 2013, sarebbero stati pagamenti per indurre il pianista a falsa testimonianza sul caso delle ragazze che partecipavano alle feste di Arcore. Oltre al ragioniere Spinelli, il 10 ottobre 2019 venne stato sentito Marco Ciacci, attualmente comandante dei vigili urbani di Milano che già era stato chiamato come testimone lo scorso 13 giugno. All’epoca delle indagini che hanno portato al processo era capo della sezione di polizia giudiziaria e si occupava delle intercettazioni sulle telefonate delle ragazze a Spinelli nel periodo tra agosto 2014 e giugno 2015. Telefonate riguardanti richieste di denaro dopo che i pagamenti a loro favore erano stati interrotti. Ciacci, riguardo alla posizione del pianista ha precisato che nelle telefonate intercettate “non c’è qualcosa di riferibile a Mariani”.