Sottoscritti 262.738 patti di servizio. Alla prima convocazione sono andati in 396.297. Il presidente Mimmo Parisi: "La fase 2 è più che partita. Se non ci mettono i bastoni tra le ruote, nell’agosto del 2021 il sistema che permette di incrociare domanda e offerta di lavoro andrà a regime"
Sono 39.760 le persone che al 10 febbraio hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza. I nuovi dati dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) fotografano dunque con un balzo in avanti di circa 11mila occupati rispetto al 10 dicembre 2019 (+38,2%). I centri per l’impiego hanno convocato 529.290 beneficiari su un totale di 908.198 – a fronte di circa 1,2 milioni di famiglie che prendono il reddito – che potrebbero stipulare un Patto per il lavoro. I “presenti” alla prima convocazione sono stati 396.297 e sono stati sottoscritti 262.738 patti di servizio.
I navigator hanno supportato gli operatori dei centri per l’impiego nella convocazione e accoglienza di 372.855 beneficiari del reddito, di cui 125.641 nel mese di dicembre 2019 e assistito gli operatori dei centri nella “presa in carico” di 151.697 beneficiari, di cui 59.867 a dicembre. “Questi dati dimostrano – secondo il presidente Anpal Mimmo Parisi – che la fase 2 del RdC è più che partita. È un ottimo punto di partenza per gli ulteriori passi necessari per portare a regime gli interventi finalizzati ad accompagnare i beneficiari al lavoro, come ad esempio l’assegno di ricollocazione, il completamento dei sistemi digitali per un migliore scambio di dati e informazioni con i sistemi regionali e per facilitare il contatto continuo con il mercato del lavoro. In queste stesse ore abbiamo siglato anche un’importante intesa con le parti sociali per la stabilizzazione dei precari storici di Anpal Servizi. È un chiaro impegno a valorizzare ancor di più le politiche attive del lavoro e il rilancio dei servizi per l’impiego”.
In un’intervista a La Stampa Parisi dice che “se non ci mettono i bastoni tra le ruote, nell’agosto del 2021 il sistema che permette di incrociare domanda e offerta di lavoro andrà a regime. Ma se dovessero esserci resistenze, come quelle che abbiamo visto quest’anno, sarà più difficile”. E aggiunge: “Dalla prima settimana di marzo i navigator avvieranno un contatto diretto con le imprese per raccogliere le offerte di lavoro e creare una banca dati per fare un ‘matching‘ intelligente in base a criteri oggettivi. Entro fine anno vedremo i primi risultati di un’intermediazione più efficace”. Quanto alla piattaforma per l’incrocio dei dati, “a oggi abbiamo un prototipo già sviluppato e in fase di test che raccoglie i database di Istat, Inap, Unioncamere, Anpal e Anpal servizi”. Le polemiche su costi e conflitti di interessi? “Il fraintendimento era che ci fosse qualcosa da acquistare o da vendere. L’app di cui tutti parlano non costa niente, quello che costa è il processo per realizzare questo sistema. Lo farà Anpal in collaborazione con ministero del Lavoro e ministero dell’Innovazione, e sarà un prodotto tutto italiano. Abbiamo a disposizione fino a 25 milioni, non significa che li spenderemo tutti. A luglio o agosto ci sarà il primo rilascio. Poi sarà perfezionato”.