Un breve momento di assestamento che precederà una nuova impennata delle vendite: dicono questo le previsioni degli analisti di LMC Automotive circa il mercato prossimo venturo dei suv di taglia media.

Nell’anno si stima che la richiesta europea rimarrà allineata sui livelli del 2019, a circa 2,2 milioni di unità, anche in virtù del rinnovamento che interesserà alcuni modelli best-seller. Nel 2021, però gli sport utility in zona 4,5 metri di lunghezza faranno un nuovo balzo in avanti, a quota 2,4 milioni, confermando l’inarrestabile trend di crescita degli ultimi anni, per arrivare alla soglia dei 2,8 milioni di pezzi entro la metà di questa decade.

La categoria in questione ha permesso di fare affari d’oro a costruttori come Nissan, Ford e Peugeot, che hanno puntato tutto rispettivamente su Qashqai (di cui fra qualche mese è attesa la terza generazione), Kuga, appena arrivata sul mercato completa di tecnologia ibrida plug-in e 3008, a metà del suo ciclo commerciale e disponibile con l’ibrido ricaricabile alla spina.

Oggi i suv medi rappresentano il 13% dell’intero mercato europeo – quota raddoppiata rispetto al 2014 – ed è il quarto segmento in ordine di importanza. Il podio delle vendite spetta a Volkswagen Tiguan (nella foto), seguita dalla Qashqai e dalla 3008. E nel 2021 arriveranno le nuove edizioni di Hyundai Tucson e Kia Sportage a dare manforte alla categoria.

I costruttori, però, stanno facendo i conti pure col progressivo tramonto del diesel, che per anni è stato il motore di riferimento per le auto a ruote alte: la necessità di ottemperare alle sempre più restrittive norme sulle emissioni inquinanti sta spingendo i fabbricanti d’auto a puntare sull’elettrificazione.

Tanto è vero che se nel 2015 i turbodiesel valevano il 73% del segmento dei suv compatti, nel 2018 ne valevano il 44%. Percentuali destinate a ridimensionarsi ulteriormente, anche se il diesel rimane un’opzione ancora prediletta da una buona fetta di clientela.

Tuttavia LMC ha individuato un rischio di lungo termine per il segmento: i futuri obiettivi di riduzione della CO2 potrebbero costringere le case automobilistiche a cambiare strategia di prodotto e tornare a produrre auto più piccole e leggere. Questo perché, anche se sono elettrificati, i suv restano più pesanti e consumano più carburante rispetto alle berline compatte, pure per via di un’aerodinamica poco favorevole.

Ne consegue che i consumatori potrebbero essere spinti a tornare su auto a “ruote basse”, perché gli standard di emissioni più severi potrebbero spingere gli sport utility a batteria ad avere costi molto più elevati di quelli odierni.

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