Mentre continua a salire il numero dei morti in Cina per il coronavirus – 1.523, secondo i dati diffusi dalle autorità sanitarie – la Francia registra il primo decesso in Europa, prima vittima in assoluto non in Asia. Si tratta di un turista cinese di 80 anni, il primo ricoverato del Paese: arrivato in Francia dalla provincia di Hubei, era stato ricoverato in isolamento il 25. Le sue condizioni si erano aggravate velocemente. Anche la figlia 50enne è ricoverata in ospedale ma migliora e “dovrebbe essere dimessa nei prossimi giorni”, ha detto il ministro della Sanità francese Agnès Buzyn.

In Italia intanto è rientrato Niccolò, il 17enne bloccato a Wuhan a causa di uno stato febbrile al momento del trasferimento dei cittadini italiani: è atterrato questa mattinata, sta bene ed è stato immediatamente trasferito allo Spallanzani, dove è stato nuovamente sottoposto a un nuovo test per il coronavirus, risultato negativo. Il giovane che studiava in Cina ha viaggiato con un volo speciale attrezzato per il biocontenimento che è atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Con lui sull’aereo, oltre ad un team di medici e infermieri, viaggiava anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che questa notte su Facebook ha postato la foto del trasbordo del ragazzo sottolineando che “sta bene”.

Niccolò: “Quando sarà tutto finito tornerò in Cina”. L’Istituto fa sapere che le condizioni di Niccolò “sono buone, presenta una febbricola e non manifesta altra sintomatologia. Appare sereno e di ottimo umore”. Il giovane è risultato negativo già a due controlli effettuati in Cina, ma le autorità italiane hanno deciso di effettuare un ultimo e decisivo test per scongiurare qualsiasi ipotesi di contagio. “Sono un po’ amareggiato perché ho dovuto interrompere il percorso di studi che avevo iniziato in Cina grazie a Intercultura – ha commentato il giovane nel corso di un’intervista a Repubblica – È un bellissimo progetto, chi poteva pensare che sarebbe finita così? Però almeno non dovrò perdere l’anno scolastico”.

Il ragazzo ha detto di non vedere l’ora “di rivedere la mia Grado, anche se so che a Roma dovrò fare la quarantena. Ma, insomma, il peggio è passato. Certo sono stato inquieto. Nelle lunghe ore di attesa mi ripetevo ‘stai calmo, stai calmo, stai calmo’, cercando di non perdere il controllo. Però ero in contatto con i miei genitori, i miei amici, lo staff della onlus Intercultura, e questo mi ha aiutato. Così come devo ringraziare la nostra ambasciata, che mi è stata sempre vicina e non mi ha fatto sentire né solo né abbandonato”. E promette che tornerà in Cina: “Più avanti, quando tutta questa storia sarà finita. Ci tornerò da solo, non più nell’ambito di un programma di scambio culturale”, ha concluso.

Ad accogliere il ragazzo all’aeroporto c’era anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha fornito aggiornamenti sui provvedimenti che il governo sta mettendo in campo per sopperire alle perdite economiche delle aziende che fanno affari in Cina: “Abbiamo stanziato 300 milioni per supportare il mondo imprenditoriale italiano che potrebbe essere colpito dagli effetti di questa epidemia – ha detto – A questo proposito, convocheremo una riunione alla Farnesina per individuare necessità ed esigenze. Questo è un primo passo, ne seguiranno altri”.

Aumentano i contagi sulla Diamond Princess. Intanto, il ministero è impegnato anche a risolvere la situazione degli italiani ancora bloccati sulla Diamond Princess, la nave da crociera ferma a largo di Yokohama, in Giappone, a causa di numerosi contagi avvenuti a bordo. Anche nelle ultime ore se ne sono registrati altri 67, facendo diventare il Giappone il Paese più colpito dal virus covid dopo la Cina: in totale, nel mondo, sale a 67mila il numero dei contagi.”L’Unità di crisi sta sentendo tutti gli italiani a bordo della Diamond Princess. Nessuno di loro presenta sintomi o fa sospettare che ci possa essere un contagio legato al coronavirus”, ha rassicurato il ministro. “Valuteremo tutte le possibilità ed eventuali azioni da intraprendere per proteggere i nostri connazionali”, ha poi aggiunto. È allo studio la possibilità di realizzare un volo di rimpatrio per i 35 italiani bloccati sulla nave.

Il governo americano, ad esempio, ha offerto ai suoi 380 cittadini a bordo della nave di imbarcarsi su dei voli in partenza dal Giappone e diretti negli Stati Uniti. Una scelta, scrive il Wall Street Journal, legata alla montante preoccupazione che la vicenda ha scatenato negli Usa. L’arrivo dei passeggeri è previsto per domenica, dicono dal Centers for Disease Control and Prevention. Il presidente dell’armatore, Jan Swartz, in una lettera che il capitano ha letto ai passeggeri ha comunicato che lo sbarco, esclusi gli anziani e gli americani, è stato posticipato dal 19 al 21 febbraio “e nei giorni a seguire” a causa dell’impossibilità di completare tutti i test entro la data prevista.

La Cina: “La malattia è curabile, usciremo dalla crisi più forti”. Pechino cerca di rasserenare gli animi in una nazione messa a dura prova dalle conseguenze dell’epidemia. “Il tasso di mortalità del coronavirus è del 2,29% in Cina e dello 0,55% fuori. Questo dimostra che la malattia è curabile”. Lo ha detto il ministro degli esteri cinese Wang Yi a Monaco. Il ministro ha affermato che le possibilità di crescita non sono compromesse e che “la Cina uscirà da questa epidemia più forte” di prima e “diventerà un’economia più forte e sostenibile”. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, intervenendo alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha risposto alle accuse dell’amministrazione Trump, che lamentava ‘poca trasparenza’ nella gestione dell’epidemia: “Non voglio sprecare tutto il tempo a replicare a quello che è stato detto dalla Cina dai ministri americani. Ma le accuse alla Cina sono bugie. Negli Usa non si accetta il successo di un paese socialista, ma questo è ingiusto. I cinesi hanno il diritto di avere una vita migliore. La Cina va nella direzione di una modernizzazione. E noi non ci lasceremo fermare da nessuna potenza del mondo. Noi innoveremo il paese”. Parallelamente, aumentano le sanzioni per chi “intenzionalmente nasconde o riporta in maniera incompleta i sintomi del contagio del nuovo coronavirus”: un reato penale punibile anche con la pena di morte. Secondo il quotidiano ufficiale Beijing Daily, che cita un’informativa diffusa da un tribunale cinese, anche nascondere i viaggi effettuati può costituire un reato, sottolinea il tribunale. Ogni residente che provoca una ulteriore diffusione del coronavirus Covid-19 può essere accusato del reato di messa in pericolo della sicurezza pubblica con mezzi pericolosi. “In casi estremi” – sottolinea il quotidiano – “i responsabili possono essere punti con dieci anni di carcere, l’ergastolo o la morte”.

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