Cittadinanza onoraria a Benito Mussolini? Innanzitutto, ci si deve domandare per quale motivo non l’hanno tolta i precedenti sindaci, visto che è dal dopoguerra che Salò è governata dal centrosinistra. E vengono a rompere i coglioni a me? E’ chiaro che si tratta di una questione strumentale“. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “La Zanzara” (Radio24) da Gianpiero Cipani, sindaco di Salò in quota Forza Italia, a proposito delle polemiche esplose per il voto compatto della giunta di centrodestra a mantenere la onorificenza attribuita a Benito Mussolini nel 1924.

Io non posso cancellare la storia – continua Cipani – Noi abbiamo fatto qui un museo, nel quale raccontiamo la storia di Salò. E c’è un pezzo di questa storia che purtroppo si identifica con la storia dei seicento giorni della Repubblica Sociale Italiana. Dico ‘purtroppo’, perché io non ho nessuna simpatia per il fascismo. Anzi. Io sono un liberale di centrodestra. Ma perché devo cancellare la memoria di Mussolini? Personalmente credo che non serva assolutamente a nulla revocare quella cittadinanza onoraria e penso che qualche cosa di buono Mussolini l’abbia anche fatta“.

Si scatena la bagarre con uno dei conduttori, David Parenzo, che insorge: “Andate tutti a Salò a visitare il museo per conoscere la vergogna della Rsi. Tuttavia, la cittadinanza onoraria è un riconoscimento che viene concesso dal Comune o dallo Stato a una persona ritenuta legata alla città per il suo impegno e per le sue opere. Che opere ha fatto quella testa di cazzo di sua eccellenza?”.
“Perfetto – replica Cipani – E’ esattamente questa la ragione che ho esposto a chi mi chiedeva di dare la cittadinanza onoraria alla signora Segre. Che cosa ha fatto Liliana Segre per la città di Salò? Io non lo so. Che opere ha fatto?”.
Le opere della memoria – risponde Parenzo – Un luogo come Salò avrebbe bisogno di avere una memoria, non certo questa roba. Parliamo di un riconoscimento onorifico. E non c’è nulla da onorare di sua eccellenza. Nulla”.

“Lei si è appena contraddetto, amico mio – ribatte il sindaco – Io non onoro nessuno, stia tranquillo. Io rispetto una persona che è morta, quindi non me ne frega un cazzo di quello che dice lei. Io sono un vero antifascista, lei invece è un fascista. Le posso dimostrare anche in televisione che lei è un fascista. Come disse anche Saragat a proposito della onorificenza a Tito, non è giusto togliere la cittadinanza onoraria di un defunto, cioè a una persona che non può replicare, solo perché io la penso diversamente”.
“Ma quale replica? – chiede il giornalista- Il fascismo non ha bisogno di contraddittorio“.
“La storia ha già condannato il fascismo – prosegue Cipani – Siete voi a essere fascisti, cazzo. Siete fascisti nel momento in cui vorreste cancellare tutto. Non dobbiamo essere fascisti e nel momento in cui pretendiamo che un Consiglio comunale cancelli la storia, facciamo i fascisti. Chi è stato a Salò può rendersi conto che i salodiani sono tutto fuorché fascisti”.

La polemica deflagra nuovamente quando interviene Alberto Gottardo, che ricorda a Cipani di aver giurato sulla Costituzione, che è antifascista.
Il primo cittadino risponde al giornalista, urlando al “talebanismo” e raccontando che la stessa mozione era stata già presentata nel marzo 2019, nell’ultimo consiglio comunale, a un mese dalle elezioni amministrative: “Era naturalmente strumentale. In quell’occasione dissi che, nell’imminenza delle elezioni comunali, non era opportuno trattare quella mozione, che sarebbe stata analizzata dal mio successore. Sono stato rieletto come sindaco. E sapete cosa è successo? In quell’ultimo consiglio comunale c’era un casino di gente, e persino la Digos. In questa occasione c’era solo una cinquantina di persone, perché ormai non fregava più un cazzo a nessuno. Uè, ma io non sto mica a farmi pigliare per il culo. Io passo la mia vita a lavorare per il mio Comune. Queste qui sono troiate”.
E ribadisce: “Finché sono io sindaco di Salò, non revoco la cittadinanza onoraria a Mussolini. Onorificenza a Liliana Segre? Ma perché dovrei darla? Sulla base di questo ragionamento dovrei darla anche a mio zio Riccardo, morto qualche anno fa e deportato in Germania negli anni del fascismo. Questo tipo di onorificenza si dà seguendo determinati criteri, altrimenti dovrei darla a tanti altri cittadini”.

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