Il ministro della Sanità giapponese Katsunobu Kato ha confermato 70 nuovi casi di contagio a bordo della nave Diamond Princess, per un totale di 355 persone contagiate. Gli Usa hanno iniziato a evacuare i loro cittadini, verso il rimpatrio anche i 35 italiani a bordo
Continuano le misure di emergenza in Cina per arginare l’epidemia scatenata dal virus Sars-CoV-2. Pechino ha deciso di inasprire le restrizioni per combattere l’epidemia nell’Hubei, provincia focolaio del nuovo coronavirus responsabile della malattia Covid 19. A sessanta milioni di persone è stato chiesto di non uscire da casa (salvo emergenze) e l’uso di auto, come riporta la Bbc, private è stato vietato a tempo indeterminato. Solo una persona per ogni famiglia potrà uscire, ogni tre giorni, per fare la spesa mentre negli edifici sarà aperto un ingresso, sorvegliato per garantire che solo i residenti entrino o escano. Tutti gli esercizi commerciali restano chiusi, ad eccezione di farmacie, hotel, alimentari e servizi medici. Le vittime dell’epidemia, secondo la Johns Hopkins Univeristy, sono 1665. Solo cinque i decessi fuori dalla Cina, registrati a Hong Kong, Filippine, Giappone, Francia e a Taiwan, dove oggi è morto per l’infezione polmonare un uomo di 61 anni che però soffriva anche di diabete ed epatite B. Pechino riferisce anche che i contagi rallentano: per il terzo giorno consecutivo infatti sono calati i nuovi casi di contagio, che hanno raggiunto la cifra di 68.500.
Intanto il ministro della Sanità giapponese Katsunobu Kato ha confermato 70 nuovi casi di contagio a bordo della nave Diamond Princess, per un totale di 355 persone contagiate. La Diamond Princess dal 5 febbraio è in quarantena nel porto di Yokohama, in Giappone, e a bordo ci sono 35 italiani, tra cui il capitano: nessuno di loro, rassicura il ministro degli Esteri Di Maio, manifesta sintomi. La Farnesina è già al lavoro per organizzare per loro un aereo per il rimpatrio: “Partirà un volo anche per loro – ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul suo profilo Facebook – lo abbiamo deciso ieri insieme al commissario straordinario, Angelo Borrelli, e al Ministro della Salute, Roberto Speranza”. È intanto iniziata l’evacuazione dei passeggeri statunitensi dalla nave.
“Xi era a conoscenza della crisi dal 7 gennaio”: quei 13 giorni di ‘buco’ nelle versioni ufficiali – Il presidente Xi Jinping risponde a chi lo accusa di aver tardato nel gestire l’emergenza. Era a conoscenza dal 7 gennaio dell’epidemia da coronavirus, a dispetto di un primo intervento ufficiale di 13 giorni dopo, del 20 gennaio, quando una sua direttiva sollecitò i comitati del Partito comunista e i governi di ogni livello “ad adottare misure adeguate per frenare la diffusione dell’epidemia”. Per placare le polemiche montate soprattutto sui social sulla gestione della crisi, Qiushi, la più importante rivista del Partito comunista cinese, ha pubblicato, nell’ultimo numero fresco di stampa, un discorso di Xi del 3 febbraio, in cui il presidente dice di “aver dato di continuo istruzioni verbali e scritte” da inizio gennaio e di aver personalmente ordinato la quarantena di circa 60 milioni di persone con la chiusura della provincia dell’Hubei.
“Dal primo giorno del Capodanno lunare a oggi, la prevenzione e il controllo della situazione epidemica è stata la questione di cui sono stato più preoccupato”, rivendica Xi, nel testo pubblicato dalla ‘bibbia’ del Pcc.
Come ulteriore misure preventiva, le autorità della provincia di Hubei hanno annunciato il divieto alla circolazione dei veicoli, che si aggiunge alle restrizioni sui trasporti già in vigore. Previste alcune eccezioni per i veicoli impegnati nelle attività di prevenzione dell’epidemia e nel trasporto dei beni necessari.
La virologa Capua: “Dati Cina incompleti, ma il nemico è il panico” – “I dati che si hanno dalla Cina sono incompleti – ha detto la virologa Ilaria Capua, che negli Stati Uniti dirige il One Health Center of Excellence dell’University of Florida – non per malafede, ma perché sono 1,5 miliardi di persone. Non si possono fare così tanti test in un mese”. In Francia, dove è stato registrato il dodicesimo caso di Covid-19, ieri è morto il primo paziente al di fuori dell’Asia, primo decesso in Europa tra i cinque avvenuti fuori dalla Cina. “Credo sia verosimile che questo coronavirus farà il giro del mondo, sono convinta che arriverà anche in Europa e in Italia in maniera più consistente, per il fatto che non abbiamo anticorpi a difenderci – dice ancora la virologa, intervenuta in un convegno a Venezia – Ma vanno evitati scenari apocalittici: il più grande nemico della lotta al virus è il panico, che può trasformare questa crisi sanitaria in un disastro”. Un primo caso di coronavirus è stato registrato anche in Africa, in Egitto. La massima allerta per l’epidemia, ricorda, non è in Africa ma in Asia. “Dobbiamo augurarci che il sistema di contenimento messo in piedi dalla Cina permetta all’infezione di scomparire alla spicciolata e non di montare come un’onda travolgente. Perché il problema grave è che se la popolazione si infetta tutta insieme, il Paese si ferma”, con conseguenze economiche disastrose.
Spallanzani: “Niccolò sta bene, senza febbre” – Il ministro della Salute Roberto Speranza ha sentito al telefono Niccolò, il ragazzo rientrato ieri dalla Cina: sta bene ed è sereno. Tutti i controlli per il coronavirus hanno dato esito negativo. Niccolò, nella telefonata con Speranza, ha ringraziato tutti, dal personale dello Spallanzani a tutti quelli che l’hanno assistito per il volo. L’ultimo bollettino medico diffuso dall’Istituto Spallanzani conferma che il ragazzo sta bene e non ha più la febbre: “Continua ad essere sereno e di ottimo umore”. L’adolescente è risultato negativo anche al secondo test sul coronavirus. Mentre rimangono in terapia intensiva i tre casi accertati fino a oggi di coronavirus: la coppia di turisti cinesi, le cui condizioni “sono in miglioramento”e il ricercatore 29enne, che è in “ottime condizioni” e resta “in osservazione”. Anche lui : le sue condizioni “sono buone, lavora, si riposa ed è tranquillo” L’ospedale romano specializzato in malattie infettive fa sapere che delle 68 persone che si sono presentate in accettazione, 59 sono state dimesse, mentre 10 pazienti sono tutt’ora ricoverati, di cui sei sono in attesa dei risultati del test per il virus covid-19, com’è stata chiamata la nuova infezione polmonare.
Riunione al ministero della Salute: “Controlli a 360 gradi” – Questa mattina si è riunita una task force alla presenza del ministro, Roberto Speranza. Il tavolo ha esaminato i numeri riferiti dalla Protezione Civile dei controlli finora effettuati nei porti e negli aeroporti italiani: oltre 1 milione e 200mila i passeggeri controllati negli aeroporti, più di 54mila invece quelli delle navi, sommati ai 20mila membri degli equipaggi. Oltre 3300 i medici, infermieri e volontari impegnati nei controlli. “Abbiamo proceduto con un’attenta valutazione della situazione a livello internazionale ed è emersa la stabilità del fenomeno nel territorio dell’Unione Europea – ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri al termine della riunione – L’Italia ha attuato per prima misure idonee ad arginare il contagio. I serrati controlli aeroportuali – continua Sileri – stanno fornendo importanti dati che ci consentono di procedere con un monitoraggio a 360 gradi“. Il ministero inoltre ha annunciato che “un tavolo tecnico-scientifico valuterà le procedure sanitarie da mettere in atto” per l’eventuale ritorno degli italiani a bordo della nave da crociera Diamond Princess.
Diamond Princess, gli Stati Uniti rimpatriano 380 cittadini – La quarantena della nave giapponese si allunga sempre di più: i passeggeri sarebbero dovuti sbarcare il 19 febbraio, ma le persone cominceranno a scendere dalla nave solo il 21 febbraio “e nei giorni a seguire”: lo ha annunciato il presidente dell’armatore, Jan Swartz, in una lettera che il capitano ha letto ai passeggeri, spiegando che il ritardo è dovuto all’impossibilità di completare tutti i test entro la data prevista. Per questo, gli Stati Uniti hanno deciso di evacuare i propri cittadini a bordo della nave: a circa 380 persone è stata offerta la possibilità di salire su due voli charter in partenza dal Giappone verso gli Stati Uniti. Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, le operazioni dovrebbero concludersi entro domenica.
Il Giappone fa sbarcare gli anziani – L’unica altra eccezione alla quarantena è per i passeggeri più anziani: le autorità giapponesi hanno deciso di far sbarcare alcune decine di ultraottantenni per trasferirli in alloggi protetti messi a disposizione dal governo, in modo da passare il periodo di isolamento in un ambiente più sicuro e confortevole. Potranno sbarcare solo a condizione che i test risultino negativi. Gaku Hashimoto, alto funzionario del ministero della Sanità, ha annunciato che tutti i passeggeri “considerati ad alto rischio per la salute” saranno sottoposti a nuovi esami: “Coloro che risultano positivi saranno ricoverati in ospedale. Coloro che risultano negativi, sbarcheranno e saranno trasferiti negli alloggi protetti forniti dal governo”.
Di Maio: “Un volo per rimpatriare italiani” – La Farnesina sta monitorando la situazione dei 35 italiani a bordo insieme al commissario straordinario Angelo Borrelli: sarebbe già allo studio la possibilità di realizzare un volo di rimpatrio per i connazionali. “Dopo aver riportato Niccolò dalla sua famiglia, ci siamo messi subito al lavoro per i 35 italiani bloccati sulla nave da crociera Diamond Princess, in Giappone”, ha annunciato Di Maio su Facebook. Venticinque di loro sono membri dell’equipaggio, incluso il capitano Gennaro Arma, tutti al momento in buone condizioni di salute. “Oggi posso dirvi che partirà un volo anche per loro, questa è l’Italia che non lascia mai soli i suoi connazionali. Siamo italiani, nessuno deve restare indietro, lo Stato c’è e non mancherà”. Al loro rientro in Italia, dovranno passare 14 giorni in isolamento, esattamente come gli altri italiani rimpatriati da Wuhan. La task force ministeriale sta valutando la struttura più adatta: tra le ipotesi al vaglio c’è anche la cittadella militare della Cecchignola.
La vita in quarantena – Intanto sulla Diamond Princess da ieri è scattata una ulteriore stretta alle già rigide regole di convivenza. I passeggeri che escono dalle loro cabine devo rispettare una distanza di due metri, e non più di un metro, l’uno dall’altro. Ed è stato ridotto di mezzora, da 90 a 60 minuti, il tempo concesso per stare all’aperto. Le mascherine vengono cambiate due volte al giorno e ogni 4 ore viene misurata la temperatura corporea: chi ha più di 37.5 viene automaticamente sottoposto al test per il coronavirus. Alcuni di loro hanno raccontato sui social la vita “al rallentatore”: le lunghe giornate passate in cabina a guardare film o ascoltare musica, e le lezioni di tai chi improvvisate sul ponte per sfruttare al massimo l’ora d’aria.
Il caso della nave Westerdam – Una donna americana di 83 anni che si trova a bordo della nave da crociera MS Westerdam è stata trovata positiva al test del coronavirus. Sulla nave, che dopo essere stata rifiutata da diversi porti è riuscita ad attraccare in Cambogia, ci sono oltre 2.200 persone. I primi esami eseguiti su una trentina di passeggeri avevano dato esito negativo.