La società Oikos vorrebbe realizzare una piattaforma per la gestione e valorizzazione dei rifiuti capace di trattare mille tonnellate al giorno di spazzatura. Cifre che, in percentuale, rappresentano un quarto dei rifiuti prodotti nell'isola. Per farlo ha acquisito oltre 300 ettari di terra tra Centuripe e Catenanuova, dove sono stati trovati resti di insediamenti risalenti all'antichità
Delle incisioni preistoriche potrebbero bloccare la più grande discarica della Sicilia. A Centuripe e Catenanuova, piccoli centri in provincia di Enna con vista privilegiata sull’Etna, sono praticamente tutti a sperarlo: da un anno e mezzo infatti da queste parti incombe un progetto – presentato dalla società Oikos – per la realizzazione di una piattaforma per la gestione e valorizzazione dei rifiuti. Dietro questa espressione si cela anche una vasca capace di contenere quasi tre milioni di metri cubi di inerti e la previsione di trattare mille tonnellate al giorno di spazzatura. Cifre che, in percentuale, rappresentano un quarto dei rifiuti prodotti nell’isola.
Per riuscire nel proprio intento la società della famiglia Proto, che gestisce già la grande discarica di Motta Sant’Anastasia a Catania e il cui patron è stato di recente condannato a sei anni per avere corrotto un funzionario regionale, ha acquisito oltre trecento ettari in zona agricola. Campi attorno ai quali nei decenni scorsi sono stati trovati resti di insediamenti risalenti all’antichità, dalla preistoria all’età rinascimentale, passando per il periodo romano. “Questa zona ha un valore non solo per chi ci vive – commenta Simona Modeo, presidente di Sicilia Antica – Le testimonianze archeologiche sono tante e meritano di essere valorizzate. Per questo speriamo che la Regione decida di apporre un vincolo che tuteli l’intera area”. Quello dei vincoli di tutela – non solo archeologico, ma anche paesaggistico – è il principale nodo di questa storia. A oggi, infatti, il territorio pur essendo stato dichiarato di interesse archeologico non è sottoposto giuridicamente a misure che lo preservino dalla possibilità di costruire opere che inevitabilmente ne modificherebbero il volto. A sottolinearlo è stata la stessa Oikos in un ricorso al Tar, presentato dopo che la Soprintendenza di Enna ha dato parere negativo alla richiesta di variante urbanistica. “All’interno dei 350 ettari non vi è alcun vincolo paesaggistico e non vi è alcuna porzione di territorio interessata da dichiarazioni di notevole interesse pubblico ai sensi del codice dei Beni Culturali – si legge nell’istanza presentata al tribunale amministrativo – La Soprintendenza, consapevole di questa circostanza, fa riferimento non già al valore paesaggistico di contrada Muglia (la contrada occupata dai 350 ettari), ma al presunto valore paesaggistico di territori contigui”.
La pensa diversamente Giacomo Biondi, archeologo e ricercatore del Cnr, che nella zona tra Centuripe e Catenanuova ha fatto diverse esplorazioni. L’ultima in ordine di tempo riguarda l’individuazione di alcune incisioni rupestri nella zona di Pietraperciata che risalirebbero alla preistoria. “Si tratta di raffigurazioni antropomorfe e si trovano a circa mezzo chilometro dall’area su cui dovrebbe sorgere la piattaforma per la gestione dei rifiuti – spiega – Ciò rafforza l’idea secondo cui anche in quei terreni possano esserci tracce di insediamenti. Per scoprirlo, però, bisognerebbe fare delle accurate indagini”. Le parole dello studioso si riferiscono al fatto che finora non si è mai avuta la possibilità di esplorare a fondo i terreni oggi di Oikos. “Anche quando appartenevano ad altri proprietari – aggiunge Biondi – sono rimasti inesplorati perché erano occupati da agrumeti”.
A cambiare il quadro, tuttavia, potrebbe essere un’iniziativa della Soprintendenza. Sulla scia dello studio di Biondi, l’organo ministeriale ha deciso di chiedere all’assessorato regionale ai Beni culturali l’apposizione del vincolo paesaggistico. “Speriamo che la proposta venga accolta e che ciò avvenga in tempi celeri: solo così potremmo essere certi che il territorio verrà difeso”, commenta la presidentessa di Sicilia Antica. Osservatori interessati sono chiaramente i sindaci di Centuripe e Catenanuova, i due paesi che si troverebbero a pochi chilometri dalla discarica. “L’auspicio è che questo vincolo possa essere apposto il prima possibile – commenta il primo cittadino Carmelo Scravaglieri – Nell’attesa noi stiamo facendo la nostra parte costituendoci in giudizio contro il ricorso presentato da Oikos”. Posizione diversa quella di Elio Galvagno. “Questo ricorso per noi conta poco – sottolinea il sindaco di Centuripe – Già l’anno scorso il nostro consiglio comunale si è espresso contro la variante urbanistica: la discarica non la vogliamo. Il vincolo paesaggistico? Se dovesse arrivare avremmo una tutela in più, che resterà in vigore anche quando ad amministrare il paese saranno altri”.