La nuova legge sull’editoria mi convince per metà. Tutti, librai, editori e addetti ai lavori si sono concentrati prevalentemente sulla riduzione degli sconti sui libri dal 15 al 5%, il dibattito si è focalizzato soprattutto su questo punto. Ma io credo che il vero valore di questa legge, la vera forza, sia negli altri provvedimenti che si pone di realizzare.
In primis la Card Cultura, 100 euro per le famiglie disagiate. Una buona cifra che permetterà sicuramente a fasce disagiate del paese di poter accedere al mondo dei libri, spesso relegato dai genitori in difficoltà economiche a bene di lusso, bene non strettamente necessario. Questa card è un’ottima startup per famiglie e ragazzi. Mi piace molto l’istituzione della Capitale Italiana del Libro con un budget previsto annualmente di mezzo milione di vero: è vero che è l’ennesimo evento, ma è anche vero che gli eventi servono a promuovere, servono a smuovere la stampa, ad attirare nuovi lettori a potenziare letterariamente le città che diventeranno capitali del libro.
La legge prevede anche una Tax Credit per le librerie, stanziati fino a 3.250.000 milioni di euro. Forse tra tutti i provvedimenti questo è quello che davvero può dare una mano a librerie indipendenti in difficoltà. Poter risparmiare su imposte e tasse porterà liquidità alle casse delle librerie e quindi maggiori possibilità di sopravvivenza e investimenti.
Ma passiamo alle note dolenti. Mi sembra che un milione di euro, e sottolineo solo un milione di euro, stanziati per i Patti Locali per le Biblioteche Scolastiche sia veramente poco. Anche perché questi fondi serviranno soprattutto per pagare il personale utile all’apertura degli spazi, ma mi preme segnalare che moltissime delle biblioteche scolastiche sono fatiscenti, non catalogate adeguatamente, non hanno manager culturali capaci di animarle, ma soprattutto non hanno libri nuovi, non hanno libri che non siano donazioni di vecchie edizioni di gente che non aveva più spazio in casa. Con un milione si farà davvero poco, in Italia ci sono 57mila istituti scolastici.
Continuiamo con il Piano Nazionale Lettura, un piano triennale da 4,35 milioni di euro annui per la promozione della lettura. Partiamo dal presupposto che in Italia manca proprio un piano di promozione nazionale, una strategia di aumento dei lettori, ma davvero dovremmo esultare per questi pochi spicci? Mi sembra più un finanziamento regionale che nazionale. In Campania la giunta De Luca (alla quale manca un’assessore alla Cultura: assurdo!) ha stanziato 4 milioni per il cinema e 4 per il teatro. Il Piano Nazionale della Lettura prevede appena 200mila euro a regione, in Campania appena 43mila euro a provincia. La legge è buona, ma bisogna finanziarla adeguatamente, altrimenti diventa un contentino.
Sono contro ogni forma di albo e sono contro l’Albo delle Librerie di Qualità, lo dico da libraio. Riceveranno questo riconoscimento le librerie che prevalentemente vendono al dettaglio (ci sono librerie che vendono all’ingrosso?), che hanno locali accessibili (ma per aprire una libreria è necessario per legge avere locali accessibili?), che fanno promozione culturale attraverso un sistema innovativo (ma se non fanno promozione dei libri, presentazione dei libri, come sopravvivono?). Pare sia un riconoscimento pensato per le librerie indipendenti a discapito dei grossi gruppi di librerie. Ma che tipi di criteri sono, chi viene escluso da questi criteri?
Faccio l’esempio di una delle Feltrinelli napoletane, quella di via Chiaia, non certo una libreria indipendente. Ogni giorno frequentata da centinaia di persone, con locali accessibili alle persone diversamente abili, che ogni mese presenta in città decine di libri di autori tra i più noti in Italia. Riceverà la qualifica di Libreria di Qualità? Perché secondo me tranne qualche cartolibreria, tutte, ma proprio tutte le librerie italiane hanno i presupposti per rientrare in questo Albo, che quindi, ahimè, è praticamente inutile.
Infine, arrivo al discorso degli sconti. Sconti abbassati per contrastare i grandi gruppi e soprattutto Amazon. Ma davvero pensiamo che la gente compri i libri su Amazon perché i libri sono scontati? La gente compra su Amazon perché è veloce, perché ha tutto, perché il giorno dopo il libro è a casa propria, perché puoi leggere i feedback di tante persone che hanno letto quel libro, perché non devi fare chilometri per raggiungere la tua libreria di fiducia, che probabilmente non avrà il libro che cerchi. Perché in Italia ci sono oltre 3000 comuni che non hanno una libreria. Allora questa riduzione di sconti non salverà le piccole librerie, meglio aiutarle (come fa la Francia) a sostenere spese di gestione, fitti e altro.
C’è qualcuno che dice che grazie a questa riduzione degli sconti si giocherà ad armi pari. Ma con chi? Con Amazon? Con chi ha praticamente in magazzino disponibile gli oltre 300 libri che vengono pubblicati al giorno? Questa legge pare tratti i libri come vestiti. I libri non hanno stagionalità, non scadono. La legge vieta gli sconti a dicembre, ma chi è che mette sconti sui libri nel periodo dove se ne vendono di più? Lo fanno solo i grandi gruppi, per il resto degli editori è impossibile e impensabile. Chi va in libreria, chi acquista da un libraio di fiducia, continuerà a farlo. Amazon ha un limite: ci propone e mostra solo ciò che ci piace. L’algoritmo ci vende ciò che sicuramente ci piacerà. Ecco che il libraio può offrirci un nuovo mondo, una nuova esperienza, aprire finestre verso interessi che Amazon non ci mostrerà mai.
Il potere del libraio sarà sempre il consiglio.