Era una disperata corsa contro il tempo. Ma la Republique en Marche, partito del presidente francese Emmanuel Macron, ha trovato il candidato alla poltrona di sindaco di Parigi dopo il passo indietro di Benjamin Griveaux, costretto a ritirarsi dopo la diffusione di un video a sfondo sessuale. Agnes Buzyn, ministra della Salute francese, ha annunciato questo pomeriggio di essere candidata. Intanto Griveaux ha presentato una denuncia per “invasione della privacy” e sulla vicenda è stata aperta un’indagine. L’esposto è stato presentata presso la sede della direzione regionale della polizia giudiziaria e le indagini sono state affidate alla Brigata per la repressione della delinquenza nei confronti della persona (BRDP). L’avvocato di Griveaux, Richard Malka, ha precisato che la denuncia è stata presentata contro ignoti.

Ieri era stato nella capitale Piotr Pavlenski, l’artista russo che ha sostenuto di essere all’origine della diffusione del video. A poco più di 10 giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste la candidatura di Griveaux procedeva peggio di ogni previsione: era lontano, al terzo posto, dietro la sindaca uscente Anne Hidalgo, e dietro la concorrente per ora più agguerrita, la rappresentante della destra dei Republicains, Rachida Dati, ex ministra della Giustizia di Nicolas Sarkozy.

Fra i nomi che circolavano più insistentemente per sostituire Griveaux c’era quello dell’ex ministro Mounir Mahjoubi, che si era detto disponibile, e quello del portavoce del partito in Senato, Julien Bartegon. Tutti i partiti, dalla sinistra de La France Insoumise, all’estrema destra del Rassemblement National, hanno condannato all’unanimità la diffusione sul web del video. Il governo si è stretto al suo fianco, gridando a una “campagna di fango”. Lo stesso Griveaux ha sottolineato di aver avuto l’appoggio di Macron “qualunque fosse stata la decisione” adottata.

Sul rischio di manipolazioni alle prossime presidenziali, il presidente della Repubblica ha condannato che “dei privati utilizzino tecnologie di ‘deep fake’, manipolazioni, infiltrazioni e diffondano informazioni ad altissima velocità di qualsiasi tenore senza alcuna tracciabilità, in sistemi democratici ipermediatici dove tutto si viene a sapere immediatamente, con un effetto di emotività e intimidazione”.

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