Società

Che fatica essere capitate in un corpo di donna

Che fatica essere capitate in un corpo di donna, penserebbe una creatura che arrivasse dallo spazio a visitare il nostro dolorante pianeta. In ogni latitudine, cultura e ceto sociale una quantità di veti e inciampi rende la vita delle femmine umane una corsa a ostacoli, un viaggio irto di divieti, disapprovazione, imposizioni e dolore, per il solo fatto di avere quel corpo. Celebrate (e comunque non sempre) solo nel quel breve momento della gravidanza perché ritenute ossequienti al primario compito riproduttivo, il resto dell’esistenza femminile incarnata è tutta una penosa salita.

E’ di questi giorni la notizia della protesta di un gruppo di studentesse in India che si sono ribellate al divieto di ingresso in un tempio se mestruate: per dimostrare di non avere il ciclo devono subire una ispezione vaginale come prova dell’assenza del sangue. Questo rifiuto a noi può sembrare una piccola cosa: ma mettersi di traverso per contrastare tradizioni su base religiosa ancora fortemente radicate nel gruppo sociale dominante in quella situazione significa rischiare la permanenza a scuola, la reputazione, l’isolamento e forse anche qualcosa di più.

Ma anche laddove non ci sono imposizioni religiose non va molto meglio se c’è di mezzo la fisiologia del corpo femminile: negli Stati Uniti, durante la serata degli Oscar, è stato censurato uno spot dedicato a un prodotto che allevia i naturali disagi post partum delle neomadri. Motivo: troppo esplicito.

Si tratta di un rimedio per le emorroidi, un fenomeno fisico che si verifica quasi sempre dopo aver partorito: il breve video mostra una donna che in piena notte si alza, in sottofondo il pianto di un bambino o bambina appena nata, va in bagno. Indossa i pannolini e ha ancora le mutande contenitive, il suo incedere è incerto e dolorante a causa dell’infiammazione, tutte cose assolutamente normali, naturali, ritratte senza morbosità, senza osservare dal buco della serratura, insomma una scena intima e quotidiana, che riguarda milioni di donne nel mondo.

Ma per una serata glamour come quella degli Oscar evidentemente è fuori tema e quindi lo spot, previsto in passaggio durante la serata sulla rete Abc che trasmetteva il programma, è stato censurato dall’Academy Award. Il twerking è ok, le emorroidi delle donne dopo il parto no, per carità.

“Sono stufa di vivere in una società in cui l’atto di essere donna è respinto dai guardiani dei media. Che si vergognino loro, non noi semplicemente perché donne”, ha affermato l’attrice dello spot Busy Phillips. A poco serve consolarsi con l’enorme e inaspettato successo che il video ha avuto dopo la censura, con oltre un milione e mezzo di visualizzazioni, e commenti arrabbiati di centinaia di donne. Evidentemente si può fare pubblicità pornografica, violenta, offensiva, si può mostrare la guerra e le armi celebrando la forza virile ma, per carità, non ci parlate di mestruazioni e di parto, che ci vanno di traverso Dio e il cocktail.