Nessun piano industriale, che verrà presentato in versione “preliminare” a maggio. Salvo un nuovo – l’ennesimo – rinvio. E allo stesso tempo, nonostante i ritardi, una serie di richieste “necessarie” per restare e un tempo-limite per vederle realizzare. L’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo Economico tra i rappresentanti di Jsw Steel Italy e i sindacati non ha prodotto alcuna novità sulle acciaierie di Piombino, in provincia di Livorno, che vivono una situazione di stallo dai tempi in cui a Palazzo Chigi sedeva Matteo Renzi. Anzi: semmai ha certificato la situazione di stallo di Aferpi, l’ex Lucchini.
Jsw Steel Italy, società italiana di Jindal, ha ribadito la propria volontà di investire sul complesso siderurgico toscano, ma non ha presentato il proprio piano industriale, dopo la richiesta di una proroga di quattro mesi formulata nel gennaio scorso. “Jsw – afferma il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari – ha ripetuto la storiella che racconta ormai dal luglio 2018″. In quel mese, Jindal subentrò all’algerino Issad Rebrab, il cavaliere bianco che anni prima era stato preferito proprio a Jindal. “L’azienda dice di voler investire ma non è chiaro quando e in che termini. Se davvero vogliamo che Piombino abbia un futuro, tutti i soggetti dovranno prendersi degli impegni seri e contribuire a redigere un nuovo accordo complessivo: serve un patto per Piombino”.
Entro maggio Jsw si è impegnata a presentare un piano “preliminare”. Successivamente a questo periodo, spiegano i sindacati, chiede alle istituzioni competenti di affrontare e risolvere una serie di questioni, tra cui le agevolazioni del costo dell’energia elettrica, l’identificazione delle aree per lo smaltimento di scorie e refrattari provenienti dalla produzione, la possibilità di accedere alle risorse regionali e nazionali del valore complessivo pari a 63 milioni di euro, le concessioni demaniali e la riduzione del canone di affitto, l’accordo per la realizzazione di un collegamento ferroviario dedicato. Questi adempimenti, da realizzare entro ulteriori 4 mesi, spiega la Fiom Cgil, sono “per l’azienda condizioni necessarie al fine della presentazione del piano industriale.
“Da parte nostra – dice Mirco Rota, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom – abbiamo rilevato non solo la scarsa attenzione da parte del governo rispetto a questo importante sito industriale, ma in modo particolare abbiamo criticato il comportamento dell’azienda alla luce di quanto ancora non è stato fatto rispetto agli impegni assunti. Nella sostanza, buona parte degli impegni assunti nella cosiddetta fase 1 terminata nel dicembre 2019 non sono stati realizzati da parte di Jsw”. Nel dettaglio, aggiunge Rota, non è stato fatto alcun “investimento sugli impianti di laminazione, non si è fatto un piano di programma per le demolizioni e lo studio di fattibilità non è ancora venuto alla luce”. Non solo: “L’investimento di un impianto per la “tempra” annunciato mesi fa non è ancora iniziato, nonostante la richiesta di modifica degli strumenti urbanistici”.
Jsw Steel Italy “non ha più alibi” per il piano di rilancio delle acciaierie di Piombino, per cui “ora occorre la presentazione del progetto per dare concretezza alle dichiarazioni di Jindal di voler investire su Piombino nonostante le difficoltà di mercato”, dicono invece Guglielmo Gambardella, responsabile nazionale Uilm del settore siderurgico, e Lorenzo Fusco, segretario Uilm Piombino-Livorno, dopo il tavolo. “Abbiamo chiesto al Mise di avere la garanzia di un prolungamento dell’attività di sorveglianza del commissario Nardi in funzione dell’accettazione della proroga dell’Accordo di Programma”, aggiungono Gambardella e Fusco, sottolineando come “si debba continuare a lavorare con Jsw” pianificando un percorso di verifica con scadenze serrate. “Non tollereremo ulteriori ritardi perché significherebbe ridurre ancora di più gli ammortizzatori sociali costruiti in funzione del piano presentato da Jindal 18 mesi fa”, concludono i rappresentanti Uilm.