Un'esperienza insolita a bordo degli sport utility con tecnologia ibrida della casa tedesca, fatta di natura, storia e suggestioni. Che conferma come la convivenza tra mobilità e rispetto dell'ambiente non sia una chimera
A lasciarsi ispirare dalla natura non si sbaglia mai, perché la strada che indica è sempre quella giusta. Se poi su quella strada non c’è asfalto, e sei al volante di un’auto a ruote alte, a volte è pure meglio. Per questo la soluzione scelta da Audi per un’esperienza di guida molto particolare a bordo dei suoi suv più esclusivi, lungo un percorso suggestivo tra storia, cultura e coscienza ambientale, ha un sapore diverso dal solito.
Siamo nel sud della Sardegna, a pochi km da Cagliari. L’avventura parte dalle superfici d’acqua dove prosperano e si riproducono i fenicotteri rosa, golosi dell’artemia salina, un piccolo crostaceo, e dove da millenni si estrae per l’appunto il sale, con procedimenti che si tramandano in un mix di modernità e tradizione. L’avventura parte dalle Saline Conti Vecchi, che sono insieme un monumento a cielo aperto e un sito produttivo, visto che si tratta delle più vecchie (da fine anni ’20) ancora attive nell’Isola nonché di un museo, dopo la riqualificazione di area e stutture ad opera del Fai.
Tra il rosa dei volatili e il bianco delle montagne di sale, un pò di verde non ci sta male. Dunque si parte a bordo di Q5 TFSI e, la variante ibrida plug-in del suv Audi più venduto al mondo. Ovvero il leader di una gamma, la “Q”, che per la casa tedesca vale circa la metà delle vendite (47% per la precisione in Italia nel 2019, un dato in linea con il resto del mondo), cresciute negli ultimi cinque anni del 20%.
Si va nell’entroterra, tra sterrati e percorsi tortuosi che tuttavia non sono un grosso problema al volante di una quattro s tronic. Ce ne sono due versioni, una da 367 e una da 299 cavalli, che nonostante l’innata sportività sono incredibilmente parche nei consumi: con un litro, stando a i dati dichiarati da Audi, si arrivano a percorrere fino a 47 km. Ed essendo ricaricabile alla spina e dotata di frenata con recupero dell’energia, questa Q5 può viaggiare in modalità elettrica pura per 45 chilometri. Dunque, in diverse città italiane, esenzione dal bollo, niente blocchi del traffico e accesso alle zone Ztl. Un lusso che parte da 57.500 euro.
Il cammino prosegue. Cambiano scenari, centimetri e tecnologie. Ci avviciniamo al mare, l’aria si fa più frizzante e ci ritroviamo a bordo prima di una comoda e imponente Q7 (da 71.300 euro) e quindi di una scattante SQ8 (da 111.000 euro), entrambe con tecnologia mild hybrid. Il che significa poter contare su una rete di bordo da 48 Volt, la quale permette un risparmio nei consumi rispettivamente di 0,7 e 0,5 litri di carburante ogni 100 chilometri, nonostante entrambe montino propulsori di un certo calibro: 3.0 benzina e diesel con potenze comprese tra 231 e 340 Cv per la Q7, e un V8 4.0 biturbo da 435 Cv per la versione SQ8 TDI, semplicemente il motore diesel più potente sul mercato europeo. La stazza poi non è un problema in fuoristrada, quando si può contare su sterzo integrale, stabilizzazione antirollio attiva e, soprattutto, sospensioni pneumatiche adattative che consentono di rialzare l’assetto all’occorrenza.
La destinazione arriva, e questa volta è suggestiva quanto il viaggio. Il faro di Capo Spartivento è una rivelazione che ti coglie all’improvviso in mezzo alla macchia mediterranea. Un tempo demanio della Marina Militare, condannato alla decadenza dopo l’ultima generazione di faristi che vivevano qui con le loro famiglie, ora ristrutturato e albergo (per pochi) riservato ed elegante, l’unico in Italia. Una seconda vita, un pò come quella che sta vivendo la mobilità con l’avvento delle batterie.