Non solo Tiziano Renzi resta indagato per alcune ipotesi di traffico di influenze illecite (per altre è stato archiviato). Anche l’ex ministro Luca Lotti resta indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. Inoltre Denis Verdini deve essere iscritto anche lui con l’ex parlamentare del suo partito Ignazio Abrignani e con l’imprenditore Ezio Bigotti per la turbativa della gara Consip e per le pressioni sull’amministratore di allora della società pubblica, Luigi Marroni. Partiamo da Lotti. L’ex fedelissimo di Matteo era indagato nel filone sulla fuga di notizie sull’inchiesta Consip. Le accuse iniziali erano due: favoreggiamento e rivelazione di segreto. Per il primo reato, Lotti è già a processo: secondo le accuse avrebbe spifferato nel 2016 all’allora amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, nominato dal Governo Renzi nel 2015, l’esistenza di un’indagine sugli appalti della Centrale Acquisti della Pubblica Amministrazione. Per il secondo reato, quello di rivelazione di segreto, i pm romani però avevano chiesto l’archiviazione sulla base di motivazioni tecniche relative al suo ruolo di allora che non riguardava il segreto da lui in ipotesi rivelato. Richiesta respinta ieri dal gip Gaspare Sturzo sulla base di ragioni giuridiche opposte. Il gip comunque non ha formulato imputazione coatta ma ha solo chiesto ai pm su questo aspetto di svolgere nuove indagini.
Indagini da fare nel termine di 90 giorni sono state chieste dal gip ai pm anche per la posizione di Tiziano Renzi, inizialmente accusato di traffico di influenze per varie questioni delle quali aveva parlato Carlo Russo con Alfredo Romeo nell’estate del 2016 negli uffici della Romeo Gestioni vicino alla Camera dei Deputati, mentre erano attive le intercettazioni ambientali del Noe dei Carabinieri. Tiziano si è sempre detto all’oscuro di tutto e ha negato di avere incontrato Alfredo Romeo con Carlo Russo. I pm romani non hanno creduto del tutto al padre dell’ex premier, interrogato nel marzo del 2017, ma comunque hanno chiesto l’archiviazione di Tiziano, Alfredo Romeo e del suo consulente Italo Bocchino per il traffico di influenze su tutti i fatti contestati, mentre hanno chiesto solo per Russo il rinvio a giudizio e non per traffico di influenze illecite ma per millantato credito, reato peraltro riformato nel frattempo e di fatto unificato al traffico di influenze illecite.
Il gip Sturzo invece sul traffico di influenze presunto di Tiziano in concorso con il suo amico Carlo Russo e con l’imprenditore Alfredo Romeo e Italo Bocchino (consulente dell’imprenditore) distingue le singole questioni e le posizioni dei singoli soggetti. Archivia tutti e tre (Alfredo Romeo, Italo Bocchino e Tiziano Renzi) per le chiacchiere di Russo e Romeo relative alle pressioni da fare su Monica Chittò (ignara e mai indagata), allora sindaco di Sesto San Giovanni del Pd. Archiviano solo Tiziano Renzi per le chiacchiere di Russo e Romeo relative all’allora dirigente dell’Inps Daniela Becchini (anche lei mai indagata). Mentre il Gip Sturzo rigetta la richiesta di archiviazione sulle gare più importanti, quella da 2,7 miliardi di Consip e quella di Grandi Stazioni del valore di decine di milioni. Su queste due vicende Sturzo chiede ai pm romani di indagare ancora sul padre dell’ex premier insieme a Alfredo Romeo e Italo Bocchino. Invece sulla questione della presunta ‘mediazione nei confronti di Daniela Becchini’ il Gip chiede di indagare solo Romeo e Bocchino, non Tiziano, per traffico di influenze.
Quindi sulle due questioni più importanti e cioè la presunta ‘mediazione nei confronti di Luigi Marroni‘ allora amministratore di Consip, e la presunta ‘mediazione nei confronti di Silvio Gizzi‘ amministratore delegato di Grandi Stazioni il Gip ha disposto per Tiziano Renzi (oltre che per Russo, Romeo e Bocchino)“ordine di integrazione di indagini ex 409 comma 4 codice procedura penale”. A distanza di quasi due anni dalla richiesta dei pm quindi il Gip prende una decisione mediana: non manda Tiziano Renzi a giudizio e non lo archivia. La difesa di Tiziano Renzi, rappresentata dal’avvocato Federico Bagattini, coglie l’aspetto positivo del provvedimento del gip: “Per due volte la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione di Tiziano Renzi, riconoscendo la correttezza del comportamento del mio cliente – spiega Bagattini – rimaniamo a disposizione dei magistrati romani anche per le nuove indagini, con la tranquillità e la fiducia di chi intende collaborare con gli inquirenti, prendendo atto che – a differenza dei ripetuti rumors della vigilia – il Gup non ha ordinato l’imputazione coattiva sotto alcun profilo”. Altra novità dell’inchiesta è l’iscrizione di nuovi indagati. Come Denis Verdini. Concussione e turbativa d’asta è il reato ravvisato dal gip Sturzo che deve essere contestato oltre che al fondatore di Ala anche al parlamentare Ignazio Abrignani e all’imprenditore Ezio Bigotti. La turbativa d’asta “in relazione alla gara d’appalto Consip Fm4” e concussione in relazione “ai danni di luigi Marroni in riferimento alla vicenda Cofely e agli incontri con Bigotti”.
Dopo che sono emersi i particolari sulla decisione del gip Sturzo, l’ex ministro Luca Lotti ha commentato sul suo profilo Facebook le nuove indagini disposte nei suoi confronti: “Dopo molte settimane mi vedo costretto a parlare di nuovo del cosiddetto ‘caso Consip‘. E lo faccio al solo fine di evitare spiacevoli strumentalizzazioni – ha scritto l’ex ministro – La Procura di Roma che ha condotto le indagini (iniziate nel 2016) aveva chiesto per me l’archiviazione del reato di rivelazione di segreto d’ufficio. Il Gip ieri ha deciso una proroga di 90 giorni per integrazione delle indagini. Dopo oltre tre anni, occorrerà attendere altri tre mesi – ha aggiunto – Io dico: bene così! Nessuna polemica, anzi. Sono certo che questo ulteriore tempo chiarirà meglio e fino in fondo questa vicenda. E servirà a dimostrare come io non possa avere rivelato ‘segreti d’ufficio’ che non conoscevo e che non afferivano all’incarico governativo che all’epoca ricoprivo. Per quanto mi riguarda, da oltre mille giorni attendo di potermi difendere nelle sedi opportune e non sui giornali – ha aggiunto Lotti – Quando ne avrò l’occasione dimostrerò la mia innocenza e la mia totale estraneità ai fatti. Sono sicuro che alla fine tutto sarà chiarito in un’Aula di Tribunale, come è giusto che avvenga in un Paese democratico. Come ho fatto finora – ha concluso il parlamentare del Pd – affronterò tutto a testa alta e con la forza della verità. Non ho mai smesso e mai smetterò di avere fiducia nella Giustizia”.
Giustizia & Impunità
Consip, Tiziano Renzi resta sotto inchiesta: archiviati solo due episodi. Nuove indagini per Lotti. Il gip: “Indagare Denis Verdini”
Il padre dell'ex premier archiviato solo per due ipotesi di traffico di influenze, ma ancora indagato per altri episodi dello stesso reato. Rigettata l’archiviazione per l’ex ministro Luca Lotti e l’ex generale della Legione Toscana dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia, accusati di rivelazione del segreto d’ufficio. Poi la novità: indagati gli ex parlamentari Denis Verdini e Ignazio Abrignani per turbativa d’asta e concussione. Sono le decisioni del gip di Roma Gaspare Sturzo nell’ambito di uno dei filoni della maxinchiesta Consip
Non solo Tiziano Renzi resta indagato per alcune ipotesi di traffico di influenze illecite (per altre è stato archiviato). Anche l’ex ministro Luca Lotti resta indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. Inoltre Denis Verdini deve essere iscritto anche lui con l’ex parlamentare del suo partito Ignazio Abrignani e con l’imprenditore Ezio Bigotti per la turbativa della gara Consip e per le pressioni sull’amministratore di allora della società pubblica, Luigi Marroni. Partiamo da Lotti. L’ex fedelissimo di Matteo era indagato nel filone sulla fuga di notizie sull’inchiesta Consip. Le accuse iniziali erano due: favoreggiamento e rivelazione di segreto. Per il primo reato, Lotti è già a processo: secondo le accuse avrebbe spifferato nel 2016 all’allora amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, nominato dal Governo Renzi nel 2015, l’esistenza di un’indagine sugli appalti della Centrale Acquisti della Pubblica Amministrazione. Per il secondo reato, quello di rivelazione di segreto, i pm romani però avevano chiesto l’archiviazione sulla base di motivazioni tecniche relative al suo ruolo di allora che non riguardava il segreto da lui in ipotesi rivelato. Richiesta respinta ieri dal gip Gaspare Sturzo sulla base di ragioni giuridiche opposte. Il gip comunque non ha formulato imputazione coatta ma ha solo chiesto ai pm su questo aspetto di svolgere nuove indagini.
Indagini da fare nel termine di 90 giorni sono state chieste dal gip ai pm anche per la posizione di Tiziano Renzi, inizialmente accusato di traffico di influenze per varie questioni delle quali aveva parlato Carlo Russo con Alfredo Romeo nell’estate del 2016 negli uffici della Romeo Gestioni vicino alla Camera dei Deputati, mentre erano attive le intercettazioni ambientali del Noe dei Carabinieri. Tiziano si è sempre detto all’oscuro di tutto e ha negato di avere incontrato Alfredo Romeo con Carlo Russo. I pm romani non hanno creduto del tutto al padre dell’ex premier, interrogato nel marzo del 2017, ma comunque hanno chiesto l’archiviazione di Tiziano, Alfredo Romeo e del suo consulente Italo Bocchino per il traffico di influenze su tutti i fatti contestati, mentre hanno chiesto solo per Russo il rinvio a giudizio e non per traffico di influenze illecite ma per millantato credito, reato peraltro riformato nel frattempo e di fatto unificato al traffico di influenze illecite.
Il gip Sturzo invece sul traffico di influenze presunto di Tiziano in concorso con il suo amico Carlo Russo e con l’imprenditore Alfredo Romeo e Italo Bocchino (consulente dell’imprenditore) distingue le singole questioni e le posizioni dei singoli soggetti. Archivia tutti e tre (Alfredo Romeo, Italo Bocchino e Tiziano Renzi) per le chiacchiere di Russo e Romeo relative alle pressioni da fare su Monica Chittò (ignara e mai indagata), allora sindaco di Sesto San Giovanni del Pd. Archiviano solo Tiziano Renzi per le chiacchiere di Russo e Romeo relative all’allora dirigente dell’Inps Daniela Becchini (anche lei mai indagata). Mentre il Gip Sturzo rigetta la richiesta di archiviazione sulle gare più importanti, quella da 2,7 miliardi di Consip e quella di Grandi Stazioni del valore di decine di milioni. Su queste due vicende Sturzo chiede ai pm romani di indagare ancora sul padre dell’ex premier insieme a Alfredo Romeo e Italo Bocchino. Invece sulla questione della presunta ‘mediazione nei confronti di Daniela Becchini’ il Gip chiede di indagare solo Romeo e Bocchino, non Tiziano, per traffico di influenze.
Quindi sulle due questioni più importanti e cioè la presunta ‘mediazione nei confronti di Luigi Marroni‘ allora amministratore di Consip, e la presunta ‘mediazione nei confronti di Silvio Gizzi‘ amministratore delegato di Grandi Stazioni il Gip ha disposto per Tiziano Renzi (oltre che per Russo, Romeo e Bocchino)“ordine di integrazione di indagini ex 409 comma 4 codice procedura penale”. A distanza di quasi due anni dalla richiesta dei pm quindi il Gip prende una decisione mediana: non manda Tiziano Renzi a giudizio e non lo archivia. La difesa di Tiziano Renzi, rappresentata dal’avvocato Federico Bagattini, coglie l’aspetto positivo del provvedimento del gip: “Per due volte la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione di Tiziano Renzi, riconoscendo la correttezza del comportamento del mio cliente – spiega Bagattini – rimaniamo a disposizione dei magistrati romani anche per le nuove indagini, con la tranquillità e la fiducia di chi intende collaborare con gli inquirenti, prendendo atto che – a differenza dei ripetuti rumors della vigilia – il Gup non ha ordinato l’imputazione coattiva sotto alcun profilo”. Altra novità dell’inchiesta è l’iscrizione di nuovi indagati. Come Denis Verdini. Concussione e turbativa d’asta è il reato ravvisato dal gip Sturzo che deve essere contestato oltre che al fondatore di Ala anche al parlamentare Ignazio Abrignani e all’imprenditore Ezio Bigotti. La turbativa d’asta “in relazione alla gara d’appalto Consip Fm4” e concussione in relazione “ai danni di luigi Marroni in riferimento alla vicenda Cofely e agli incontri con Bigotti”.
Dopo che sono emersi i particolari sulla decisione del gip Sturzo, l’ex ministro Luca Lotti ha commentato sul suo profilo Facebook le nuove indagini disposte nei suoi confronti: “Dopo molte settimane mi vedo costretto a parlare di nuovo del cosiddetto ‘caso Consip‘. E lo faccio al solo fine di evitare spiacevoli strumentalizzazioni – ha scritto l’ex ministro – La Procura di Roma che ha condotto le indagini (iniziate nel 2016) aveva chiesto per me l’archiviazione del reato di rivelazione di segreto d’ufficio. Il Gip ieri ha deciso una proroga di 90 giorni per integrazione delle indagini. Dopo oltre tre anni, occorrerà attendere altri tre mesi – ha aggiunto – Io dico: bene così! Nessuna polemica, anzi. Sono certo che questo ulteriore tempo chiarirà meglio e fino in fondo questa vicenda. E servirà a dimostrare come io non possa avere rivelato ‘segreti d’ufficio’ che non conoscevo e che non afferivano all’incarico governativo che all’epoca ricoprivo. Per quanto mi riguarda, da oltre mille giorni attendo di potermi difendere nelle sedi opportune e non sui giornali – ha aggiunto Lotti – Quando ne avrò l’occasione dimostrerò la mia innocenza e la mia totale estraneità ai fatti. Sono sicuro che alla fine tutto sarà chiarito in un’Aula di Tribunale, come è giusto che avvenga in un Paese democratico. Come ho fatto finora – ha concluso il parlamentare del Pd – affronterò tutto a testa alta e con la forza della verità. Non ho mai smesso e mai smetterò di avere fiducia nella Giustizia”.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.