Si allarga l’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia globale. Apple ha lanciato un avvertimento sui suoi risultati relativi al primo trimestre del 2020, comunicando ai mercati che la ripresa della produzione nelle sue linee di assemblaggio in Cina è stata più lenta del previsto e che quindi diventa difficile raggiungere l’obiettivo di ricavi fissato per il primo trimestre. Anche Volkswagen, che sta lavorando per far ripartire la produzione delle sue joint venture in Cina, ha segnalato alcuni ritardi, mentre in Germania gli investitori sono sempre più preoccupati dalle ricadute sull’economia del coronavirus. Intanto Moody’s ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita del pil della Cina a +5,2% nel 2020 dalla precedente previsione che era di +5,8%. Invariata invece la stima sul 2021, quando l’agenzia di rating vede una crescita del 5,7%.
Secondo gli analisti di Moody’s la Cina è “di gran lunga la più colpita” dalle conseguenze negative dell’epidemia, ma “il resto del mondo è esposto” per la contrazione del business turistico e per le interruzioni delle catene di “approvvigionamento a breve termine”. Non a caso l’indice Zew che rileva la fiducia degli investitori tedeschi è sceso a febbraio a 8,7 punti dai 26,7 della precedente rilevazione, complici “i temuti effetti negativi dell’epidemia di coronavirus in Cina sul commercio mondiale”. Achim Wambach, presidente dell’istituto Zew, ritiene che gli sviluppi futuri dell’economia siano “al momento piuttosto fragili”.
Nel frattempo Saic Volkswagen, la jv del gruppo tedesco con la cinese Saic Motor, ha rinviato il riavvio delle linee dei propri impianti al 24 febbraio e l’altra jv della casa di Wolfsburg, Faw-Volkswagen, una partnership con il gruppo Faw, ha ricominciato a produrre soltanto in alcune fabbriche e prevede di riprendere a pieno regime le attività nei prossimi giorni. “Stiamo lavorando duramente per tornare al nostro normale programma di produzione”, ha commentato un portavoce di Volkswagen in Cina alla Cnn.