Il virus COVID-19, meglio noto come Coronavirus, forse non è così pericoloso per la nostra salute come ce lo prospettano i media, ma sicuramente lo è per quanto riguarda il settore Hi-Tech, come prospettato dall’ultimo report di TrendForce. La maggior parte delle aziende produttrici e assemblatrici di componentistica hardware e prodotti hi-tech (ODM o Original Design Manufacturing) si trova infatti proprio in Cina e la minaccia di epidemia sta costringendo molte di esse a lasciare a casa i dipendenti. Questa situazione sta quindi rallentando la produzione e le consegne, con un effetto negativo che si riverbererà su aziende, grandi catene e consumatori.
“Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?” titolava nel 1972 una conferenza del meteorologo Edward Lorenz. Una perfetta esemplificazione della globalizzazione se al posto del meteo ci mettiamo l’economia mondiale, al posto del Brasile la Cina e al posto della farfalla il molto meno poetico virus. Secondo quanto riportato da TrendForce infatti l’intera produzione mondiale di smartphone dovrebbe crollare del 12% in questo primo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, toccando il punto più basso degli ultimi 5 anni. Non a caso, nelle scorse ore, Apple ha pubblicato una nota per i propri investitori, in cui ammette che sarà impossibile raggiungere gli obiettivi di fatturato anticipati lo scorso gennaio, in occasione della periodica pubblicazione dei risultati finanziari.
A risentire del rallentamento produttivo della Cina saranno inoltre anche i notebook e gli smartwatch, la cui produzione dovrebbe diminuire del 16%, senza dimenticare che i produttori di cavi in fibra ottica con sede a Wuhan, epicentro dell’epidemia del virus, contribuiscono al 25% del fabbisogno mondiale con potenziali effetti negativi sulla cablatura a banda ultra larga delle nostre città e sulla produzione di centraline 5G.
Gli unici settori che non risentiranno di questa frenata dovrebbero essere i produttori di memorie per RAM e unità a stato solido, che possono contare su una forte automazione e grandissime scorte di materie prime, e le console da gioco come PlayStation e Xbox. Mentre infatti i modelli attuali non sono più tanto richiesti da necessitare di aumenti della produzione, i nuovi non arriveranno che in vista delle vacanze di Natale, quando ormai l’epidemia dovrebbe essere sotto controllo.