Politica

Governo, Brunetta: “Centrodestra unito deve governare senza aspettare elezioni. I due Mattei riflettano. Renzi ha molto in comune con noi”

Il centrodestra deve puntare a governare, visto che le ultime elezioni le ha vinte, e non deve pensare a una futura palingenesi attraverso le urne, che non sono attualmente una strada percorribile. Bando, allora, alle miopie e agli egoismi dei due Mattei. Facciano entrambi una riflessione e anche un’autocritica. I due Mattei hanno in gran parte programmi in comune”. E’ l’auspicio espresso da Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, in una intervista rilasciata a Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale.

Dunque, per il parlamentare è ammissibile anche il contributo di Italia Viva in una ipotetica maggioranza di centrodestra, fattibile senza ricorrere alle elezioni anticipate: “I due Mattei hanno in gran parte programmi in comune. Basti pensare a Renzi sulla giustizia e sugli investimenti. Se allora quello è il programma di Renzi, questo è anche il programma del centrodestra unito che ha vinto le elezioni nel 2018. E quel programma l’ho scritto io. Veramente io impazzisco perché non capisco perché, di fronte a questa realtà, i due Mattei non facciano una riflessione insieme a tutti gli altri protagonisti del centrodestra, come Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi”.

E sottolinea: “Renzi? Non mi permetto di dargli alcun consiglio, tanto sa sbagliare tranquillamente da solo. Io so solo che il centrodestra ha il dovere di governare. Il Paese sta andando in malora e sembra che non se ne accorga nessuno. I 150 tavoli di crisi aziendali sono sempre lì: il governo e Conte non ne ha risolto nemmeno uno. Siamo l’ultimo Paese per crescita, il primo per debito, il deficit sta andando alle stelle. Questo è dovuto alla continuità effettiva tra Conte Uno e Conte Due per quanto riguarda la spesa pubblica assistenziale: “il reddito di pigrizia” e quota 100 sono rimasti e 15 miliardi sono stati buttati via col taglio degli investimenti pubblici e di quelli privati”.

Brunetta spiega perché sono per ora improbabili le elezioni anticipate: “Siamo in una situazione in cui, di fatto, è impossibile sciogliere le Camere e andare a elezioni anticipate prima del referendum costituzionale del 29 marzo sul taglio del numero dei parlamentari. Quindi, di fatto, non è neanche possibile una crisi di governo senza soluzione. Se il referendum vedesse la vittoria dei Sì, e quindi si cambiasse la Costituzione, sarebbero necessari almeno 3 mesi, se non di più, per la revisione dei collegi e per il combinato disposto dei termini già fissati dalla norma costituzionale di merito – continua – Si arriverebbe, pertanto, a fine giugno e conseguentemente non si potrebbe andare a elezioni anticipate sostanzialmente fino a settembre inoltrato, quando, però, inizia la sessione di bilancio. Da lì fino al termine dell’anno, in piena sessione di bilancio, non si potrebbe andare a elezioni, perché altrimenti non reggerebbe la nostra economia. Quindi, abbiamo effettivamente una finestra temporale possibile tra febbraio e maggio del 2021. A giugno 2021, tuttavia, inizia l’altro semestre bianco, cioè quello che precede l’elezione o la rielezione del presidente della Repubblica”.

E aggiunge: “C’è anche da smentire l’assunto assai superficiale secondo cui dopo il Conte Due non sono possibili altri governi, ma ci sono solo le elezioni anticipate. Questa affermazione è falsa e non è mai stata pronunciata dal presidente Mattarella. E’ impossibile che l’abbia detta lui. E’ stata invece divulgata da alcuni commentatori ignorantelli, che l’hanno attribuita a fonti del Quirinale. Ma non è vera e priva di qualsiasi base costituzionale – spiega – perché la Costituzione prevede che il presidente della Repubblica prima di sciogliere le Camere, deve accertare l’esistenza di una maggioranza certificata in Parlamento. Se c’è questa maggioranza, si può fare il Conte Uno, il Conte Due, il Conte 27, il Conte 45 e tutti i Conti della contea. Quindi, non è pensabile che Mattarella abbia detto: ‘Mi sono stufato. Dopo il Conte Due si va a elezioni’. Né proviene dalle più lontane periferie del Quirinale”.